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Monday, November 05, 2007

Pakistan. Usa e GB non stanno a guardare

Non c'è dubbio che durante questi anni di guerra al terrore con i fronti aperti in Afghanistan e in Iraq, la dottrina Bush abbia trovato nel Pakistan di Musharraf un'eccezione. La democrazia in Pakistan poteva aspettare, perché troppo importante l'amicizia con la dittatura militare al potere a Islamabad in funzione anti-talebana e anti-al Qaeda.

Chiudendo un occhio, scegliendo un approccio più attendista nei confronti del regime di Musharraf, Bush ha dimostrato che la sua strategia di esportazione globale della democrazia è molto meno utopistica e fanatica, molto più ponderata e realistica, di quanto si sia portati a credere.

Ma tutto ha un limite. Gli Stati Uniti hanno continuato a lavorare per un'evoluzione in senso democratico del Pakistan, concordando con Musharraf il calendario di un processo politico in tal senso, nel quale si inserisce il ritorno nel paese di Benazir Bhutto. Di fronte allo stato d'emergenza proclamato nei giorni scorsi e alla violenta repressione degli oppositori ordinata da Musharaff, non si è fatto attendere il monito da parte di Washington e Londra.

Il guaio, infatti, è che sebbene Musharraf abbia parlato di misure «anti-terrorismo», la repressione è scattata anche per politici e attivisti dei diritti umani non legati ad ambienti jihadisti.

Il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, ha minacciato la revoca degli aiuti economici (tranne quelli stanziati per la guerra al terrorismo), ha invitato le autorità pakistane a indire le elezioni in base alla costituzione e il presidente Musharraf a dimettersi da capo delle forze armate.

Oltre alla conferma delle elezioni a gennaio, un portavoce del primo ministro britannico Gordon Brown ha dichiarato che la Gran Bretagna si aspetta da Musharraf la revoca dello stato di emergenza e il ripristino dei diritti garantiti dalla costituzione.

Purtroppo temiamo che il colpo di mano deciso da Musharraf indichi proprio la volontà di tenerle davvero le elezioni a gennaio, non prima però di aver tolto di mezzo, intimidito e indebolito a dovere i suoi oppositori.

2 comments:

Anonymous said...

Non mi meraviglierei se tra poco Russi e/o Cinesi dessero il loro appoggio al dittatore.
Tra autocrati si capirebbero al volo per indebolire ancor di più il programma americano in Asia.

Anonymous said...

tutto sotto controllo , o quasi.
solo manfrine anglo americane.
in realta solo un dittatore puo controlare la polveriera..finche dura...
poi?
poi saranno cavoli...