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Friday, November 23, 2007

Sarkozy non indietreggia

L'università Sorbona di Parigi rimarrà chiusa fino a lunedì. La decisione è stata presa dal rettorato dopo i violenti tafferugli scoppiati tra studenti che volevano raggiungere le aule e i manifestanti che protestavano contro le riforme volute da Sarkozy: l'autonomia ammistrativa degli atenei e l'abolizione dei regimi pensionistici speciali.

Nel comunicato si spiega che un gruppo di studenti ha fatto ricorso alla forza per bloccare uno degli ingressi all'università. Questi studenti, si precisa nella nota, «fanno ogni giorno uso della forza, e questa mattina hanno fatto ricorso alla violenza fisica contro coloro che volevano seguire i loro corsi». Ecco come le frange estremistiche e ideologizzate degli studenti si battono per il "diritto" allo studio.

In Italia non siamo ancora arrivati a questo nelle università, ma accade nei licei che le occupazioni da parte di minoranze politicizzate, o più semplicemente alla ricerca di un po' di divertimento, ledano il diritto allo studio degli altri studenti, che da noi sono più mansueti, e subiscono, preferendo prendersi un giorno di vacanza piuttosto che fare a pugni per entrare.

Intanto, mentre gli studenti oggi fanno chiudere la Sorbona, ieri i sindacati francesi hanno deciso di far cessare la protesta contro l'abolizione dei regimi pensionistici speciali, anche perché stava scemando da sola. Le cifre della partecipazione agli scioperi stavano diventando imbarazzanti.

E' stato comunque aperto un tavolo negoziale tra governo, sindacati e imprese, ma gli obiettivi della riforma non si toccano. Sarkozy ha ribadito di non volere cedere né fare passi indietro. «Ho assunto degli impegni, intendo assolverli. La riforma non poteva più essere differita. Questa riforma si farà perché è equa e perché è necessaria». E' stato abile a dimostrare fermezza, a non dare l'idea di cedimento, e a non usare toni trionfalistici, per non fare il gioco di una protesta che da sola non è riuscita a raccogliere la solidarietà dell'opinione pubblica. Piuttosto, pensa di rivolgersi direttamente a tutti i cittadini: «Parlerò ai francesi, quando il conflittò sarà davvero alle nostre spalle».

Come ha notato Nicola Porro su il Giornale, il metodo è vincente: non si tratta sull'obiettivo, legittimato dall'elettorato, semmai sulle modalità. Così il governo «non appare arrogante e sindacati e massimalisti vengono spinti verso forme di protesta più radicali che fanno loro perdere ogni minimo consenso da parte dell'opinione pubblica».

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