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Thursday, November 15, 2007

La Finanziaria passa, Prodi no

Il "sì" alla Finanziaria, per «senso di responsabilità», per scongiurare l'ipotesi dell'«esercizio provvisorio», poi Dini staccherà la spina al malato terminale, il Governo Prodi. E questa mattina alcuni segnali confermano le voci riportate oggi sui giornali dai retroscenisti.

«Noi ci riserviamo un giudizio complessivo quando tutti gli emendamenti saranno stati visti, approvati o respinti dall'aula, e a quel punto decideremo. D'altro canto, naturalmente è sotto gli occhi di tutti che il governo ha perso consensi, con questa finanziaria non li può recuperare, e quindi c'è un quadro politico che non può non essere messo in discussione». E' quanto ha spiegato Dini al Gr3. «Parlerò in aula con la dichiarazione di voto». Nella dichiarazione di voto Dini e i suoi annunceranno il "sì" alla Finanziaria ma anche di considerare conclusa questa fase politica.

Più diretto il senatore Bordon: «Voto sì... altrimenti ci esporremmo all'esercizio provvissorio e nello stesso tempo, almeno al Senato, da tempo non c'è più una vera e propria maggioranza politica. Credo che occorra dirlo, affermarlo, prenderne atto, e cercare di aprire un progetto politico che superi una situazione che ci porta ad avere qualche volta la maggioranza artmetica e, come si è visto, troppo spesso andare sotto».

Manzione e Scalera, forse Pallaro, seguiranno. Intanto, Cossiga ha già scritto a Prodi: voterà no, a causa dell'ipotesi di una Commissione d'inchiesta sui fatti del G8 di Genova.

Se Prodi non prenderà atto di non avere più una maggioranza al Senato, ci sarà sempre il protocollo sul welfare, con l'abolizione dello "scalone" Maroni, come occasione per farlo cadere. Ma la caduta di Prodi non è detto che porti a elezioni subito, perché di fronte a un nuovo scenario quasi tutti gli attori politici rivedranno le proprie strtategie, Berlusconi compreso.

2 comments:

Anonymous said...

Non credo ad una sola parola di ciò che dice Dini; se lo dovevano fare l'avevano già fatto, o altrimenti qualche segnale lo avrebbero già dato.
Invece sentiamo tanti senatori dire "è l'ultima volta che voto", "domani mi dimetto", "Non si può andare avanti così"... Ma poi alla fine...

Unknown said...

...siamo alla farsa. Non cadrà nulla. Andranno avanti, Dini guadagnerà qualcosa...ci vorrebbe un barlume di onestà intellettuale (che non esiste da decenni a sinistra)perché questa roba quì ha portato un paese prostrato allo sbando. Il fatto è che se ci si ritrova come probabile al Governo non si capisce bene cosa andiamo a fare. Ma non volevamo la rivoluzione liberale? Con Bondi, Cicchitto e Schifani?
Domani sarà un nuovo giorno non un giorno nuovo.

Buon Veltroni e tanta tristezza a tutti