Sul decreto sicurezza, dopo la spinta iniziale su Prodi e Amato, che aveva fatto parlare di "premier-ombra", Veltroni ha indubbiamente subito la sua prima sconfitta nella diarchia con Prodi e nel confronto con la sinistra comunista e massimalista. Si prepara a fare del Pd un proprio comitato elettorale, al più un partito dei sindaci. Dall'altra parte Berlusconi rischia la propria credibilità annunciando la caduta imminente del Governo Prodi, che invece rischia di farcela a passare la Finanziaria. Il guaio è che il Cav. nell'attesa della spallata o dell'implosione rinunci a fare politica.
L'obiettivo è la caduta di Prodi prima possibile. Poi, però, anche a Berlusconi (come di sicuro a Veltroni) potrebbe convenire che non si vada subito ad elezioni anticipate, che si voti il referendum, o per lo meno poterlo usare come arma di ricatto nei confronti dei piccoli alleati per una riforma elettorale disegnata per FI e Pd, quindi dagli effetti maggioritari. Non è da escludere che, tolta di mezzo la salma del Governo Prodi, Berlusconi, Fini e Veltroni tentino sul serio un dialogo sulla legge elettorale.
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