Pagine

Tuesday, November 29, 2005

Il liberalismo c'entra eccome con il caso Sofri

Adriano SofriQuando sarà lecito definire illiberali certe idee senza piagnistei e senza chiamare in causa il "patentismo"? Essere liberali non significa mangiarsi qualsiasi idiozia che viene detta o scritta per amore della tolleranza. Accettare che qualunque idea possa definirsi liberale è solo relativismo applicato alla nozione e al termine "liberale", che infatti sempre più scolora.

Bene ha fatto Camillo a bacchettare TocqueVille per le «idiozie» che alcuni, solo alcuni dei blog che ne fanno parte, hanno scritto sul caso di Adriano Sofri. Una critica da archiviare fra le critiche costruttive.

«Non sto dicendo che chi è contrario alla grazia a Sofri è illiberale», ha precisato Camillo. Precisazione utile, infatti non s'intende sostenere che "chi è per la grazia a Sofri è un liberale, chi invece è contrario non è liberale", come qualcuno ha cercato di banalizzare per proprio comodo dialettico. La contrarietà a un provvedimento di grazia per Sofri dovrebbe quanto meno fondarsi sulla sentenza, che pur discutibile sempre sentenza definitiva rimane, e sulla condotta del detenuto. Purtroppo ci è capitato di leggere ben altro. E di questo ben altro vogliamo discutere. Per esempio, Otimaster ha scritto:
«Condivido il parere di coloro che affermano che non è mai stato sufficientemente provato che egli sia stato effettivamente il mandante dell'omicidio, ma quel brindisi infame mai ammesso, ma nemmeno smentito e da molti confermato non lo posso perdonare... poco importa che sia stato lui o meno ad ingaggiare i sicari, certo è che ad armarne la mano contribuirono in modo determinante molti degli articoli infuocati di cui avallò la pubblicazione».
E' scandaloso definire illiberali idee simili?Otimaster sostiene che sia irrilevante che fosse o meno il mandante dell'omicidio Calabresi. Sofri dovrebbe comunque rimanere in carcere per le cose dette e scritte, per il presunto brindisi, per la vile campagna di Lotta Continua. Anzi, neanche c'è da crederci che fosse lui il mandante, ma non importa, a tenere Sofri in carcere dovrebbe essere l'indelebile macchia di una responsabilità morale e non penale. Un principio lontano anni luce dalla civiltà giuridica liberale. Della responsabilità morale si risponde alla propria coscienza e per chi ci crede a Dio.

Come lontana anni luce da quella civiltà giuridica è la pretesa di ottenere dal reo l'abiura, la confessione, o il pentimento. "Uno che non si pente non merita la grazia". Ma come faccio a pentirmi di un reato che non ho commesso? Di fronte al tema del pentimento lo stato liberale fa un passo indietro per non fare violenza alla coscienza individuale. Ammettendo che quella accertata in tribunale, per mezzo di una convenzione umanamente fallibile, rimane una verità processuale e non la Verità ontologica, il detenuto che si proclama innocente non può essere ritenuto un ribelle da penalizzare rispetto agli altri. Non potendo escludere che in carcere vi siano degli innocenti, la società non può pretendere il pentimento. Per questo il provvedimento di grazia per legge può essere esercitato motu proprio dal Capo dello Stato.

Quando sarà lecito definire illiberali idee simili senza piagnistei e senza essere tacciati di patentismo? Essere liberali non significa mangiarsi qualsiasi idiozia che viene detta o scritta per amore della tolleranza. Accettare che qualunque idea possa definirsi liberale è solo relativismo applicato alla nozione e al termine "liberale", che infatti sempre più scolora e perde di significato. Non si tratta di fare del patentismo ma di denunciare come profondamente illiberale, autoritaria e anzi intrinsecamente totalitaria la posizione di chi sostiene che qualcuno debba essere incarcerato per le sue responsabilità morali. Ritengo moralmente deprecabile la campagna denigratoria contro Bush, ma se fosse ucciso i milioni di persone che lo hanno riempito dei peggiori epiteti non dovrebbero finire in carcere.

Illiberale poi è il nostro sistema giudiziario nel suo complesso ed è questo l'unico motivo che mi porta a considerare l'amnistia oggi una misura di semplice buon governo, di riparazione nei confronti di chi oltre alla pena ha subito la scure di una giustizia illiberale e politicizzata. Ha ragione Phastidio, quando scrive che se anche qualcuno fosse stato in gioventù un Adriano Sofri qualsiasi, se poi viene stritolato da una «via giudiziaria all'eliminazione fisica» a me questo non rimane indifferente.

Sofri è stato certamente un "cattivo maestro", ma non è vero che non abbia riflettuto, anche pubblicamente, sulla sua esperienza. E se davvero crediamo che la pena non dev'essere solo punitiva allora possiamo affermare che con Sofri il sistema giudiziario ha già raggiunto il suo obiettivo. Sofri oggi, con il suo impegno civile e contro un pacifismo "senza se e senza ma", potrebbe con pieno titolo far parte di TocqueVille.

Le Guerre Civili ha sintetizzato bene:
«... condannato sulla base di un pentito; in carcere dopo più di 30 anni dai fatti, prigioniero che non chiede la grazia perché si proclama innocente. Mentre i brigatisti storici sono tutti sulle sedie a sdraio e sulle sciovie, Sofri è l'unico a languire perché così decisero a sinistra, per vendetta. La destra è rimasta impigliata nel carro di An, che ha trascinato nell'errore i garantisti liberali. Ora si pentono in parte, sbagliando di nuovo: la galera è per il criminale, non per il politico che sbaglia o che è all'opposizione».

9 comments:

Anonymous said...

Parecchio d'accordo.

Otimaster said...

Ottimo l'igresso di Sofri in TV sarebbe il modo ideale di liberarsi di me e Robi e di molti altri...

S.R. Piccoli said...

Credo che abbiamo espresso concetti analoghi in due post paralleli e contemporanei ...

Rabbi' said...

D'accordissimo.

Robinik said...

Caro Jim,
tu consideri liberali i nazisti come Malvino. Tu consideri liberali chi vogliono togliere la parola alla Chiesa e poi fai la morale sul diritto di libero pensiero.
Se tu sei un liberale sono fiero di non esserlo io.
Riporta questo ennesimo osso in dirgenza ;)

Anonymous said...

Io, pur avendo l'impressione che - legittimamente - la mia opinione non sia granché quotata da queste parti, tengo a dire una cosa. E cioè che questo intervento di JimMomo chiude (o apre, per certi versi) la questione in maniera magistrale. Meglio di quanto si sia fatto ovunque, in giro per blog, sia a destra che a sinistra.

Anonymous said...

Sono molto d'accordo con quanto hai scritto jimmomo, Rocca si è spiegato però molto ma molto male, infatti dal suo post sembrava confondesse la visone della giustizia come vendetta sociale come una concezione illiberale. Cosa che non è, se lo stato condanna a morte una persona o la assegni ai servizi sociali, è illiberale solo se lo fa per le convinzioni morali e culurali della persona. sennò è un altra questione.

Anonymous said...

Mi diverte molto l'auto-morsicamento della coda, con quel riferimento piccato al "relativismo": mica finiremo col ragionare per assoluti, vero?

Anonymous said...

mi sono posta molte volte la domanda su cosa sarebbe stato giusto e dato che non sono riuscita a trovare una risposta convincente, vigliaccamente ho lasciato perdere e non ho approfondito il mio pensieoro, ma veramente negli ultimi anni ho visto un Sofri diverso e maturato, non credo che questo sia dovuto al carcere,ma credo che ciò abbia fatto parte della sua evoluzione e del suo prendera atto di realtà alle quali probabilmente in "gioventù" come noi tutti d'altra parte, non era riuscito a entrarei n profondità, ma sdi era fermato agli aspetti superficiali.
Detto questo, non ritengo che la grazia sia giusta, perchè graziare un uomo significa anche ammettere che abbia avuto bisogno di una condanna, credo sarebbe meglio che la giustizia facesse autocritica e una sana revisione sui principi che hanno determinato la sua condanna e se questa è stata ingiusta, come tutto porta a supporre e a credere, allora dovrebbe essere cancellato tutto, riabilitandolo e non perdonandolo.
Penso anche che è vero la sinistra si è vendicata di lui, come ha fatto con tutti quelli che nella loro crescita hanno cambiato le loro idee.