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Thursday, October 09, 2008

Una proposta: fuori i conti

«In Europa, dove ci vantiamo di avere una governance migliore di quella americana, le banche non sono al riparo dalla crisi», fa notare Francesco Giavazzi, oggi sul Corriere, in un editoriale che smonta il mito delle "regole". «La favoletta è ormai morta e sepolta», incalza Alberto Mingardi, su il Riformista. Quella «favoletta» secondo cui le regole europee sarebbero state «un efficace paracadute contro una crisi causata da un (preteso) eccesso di deregulation negli Stati Uniti»; la «favoletta» della «diversità europea (il conservatorismo europeo) contro il greed di Wall Street».

Ma «lo spirito d'emergenza trascinerà con sé tutto» e «nulla garantisce che decisioni prese per esorcizzare la paura producano gli effetti desiderati», avverte Mingardi, perché «la frenesia dei governi rallenta il "processo di scoperta" dei prezzi. Gli acquirenti privati si allontanano e hanno la tentazione di entrare in gioco soltanto con una (remunerativa) benedizione statale». I fondi di garanzia come calamita di "speculatori".

Vi è nota la mia avversione per l'intervento statale. Ma se statalismo dev'essere, che sia serio. Ieri sera il governo italiano ha annunciato un fondo di 20 miliardi di euro che il Tesoro potrà utilizzare per ricapitalizzare quelle banche a rischio di fallimento che non riuscissero a trovare sul mercato i capitali necessari. Ma lo Stato entrerebbe nella proprietà di queste banche sottoscrivendo «azioni privilegiate prive di diritto di voto». Ciò significa che proprietà, e probabilmente management, di quelle banche rimarrebbero invariati. I denari dei contribuenti non verrebbero "regalati" ma investiti - ed è già qualcosa - ma si derogherebbe pericolosamente a una delle regole fondamentali per il buon funzionamento del mercato: chi sbaglia, paga. Se vuole giocare, lo Stato giochi sul serio.

Riguardo il taglio dei tassi da parte della Fed e della Bce, osserva Mingardi, «se l'indebitamento di aziende e privati negli ultimi anni ha raggiunto livelli insostenibili a causa del tasso d'interesse troppo basso, qui stiamo dando metadone all'economia mondiale. Non cercando di disintossicarla».

Intanto, Alberto Bisin, Lakeside Capital e Phastidio.net propongono tutti la stessa soluzione: obbligare le banche ad aprire i libri contabili, in modo che si sappia chi ha commesso errori e di quale gravità, e l'erogazione di crediti possa riprendere tra chi non li ha commessi, o ne ha commessi meno. Perché di una soluzione apparentemente così semplice neanche si sente parlare? Phastidio.net individua un primo ostacolo:
«Da questa operazione-trasparenza i regolatori uscirebbero con le ossa rotte, e si avrebbe la definitiva conferma della loro cattura da parte dei regolati».
«Vi è una forte reticenza a rendere pubbliche tali informazioni e ad agire in base ad esse», osserva anche Michele Boldrin, su noiseFromAmeriKa:
«La ragione mi sembra chiara, anche se triste: rendere le informazioni pubbliche forzerebbe ad agire su di esse, portando al fallimento di alcune banche (non tutte, alcune). Le potenziali vittime non gradiscono, sperano di salvarsi ed il regolatore (parzialmente o totalmente catturato da un'industria che protegge se stessa) si adatta cercando di salvare tutte le banche. Pessima idea: solo alcune banche possono essere salvate, qualsiasi ipotesi sia vera. Tentare di salvare tutte le banche potrebbe portare alla distruzione del sistema nel suo complesso. Questo mi sembra il rischio, serio, che stiamo correndo. È necessario accettare che vi siano dei morti per evitare la strage...»
Con una efficace metafora Boldrin spiega come la crisi di fiducia tra gli istituti di credito, che potrebbe portare a una stretta creditizia anche per le imprese, e quindi causare una recessione, richieda un'operazione trasparenza:
«Il cavallo non intende bere perché teme che l'acqua sia avvelenata. L'unica soluzione, quindi, è convincere il cavallo, provandoglielo, che l'acqua avvelenata non è. Semplice no? Occorre far esaminare l'acqua e, mano a mano che arrivano i risultati, farli vedere ed intendere al cavallo, facendogli capire sia quale parte del ruscello non è avvelenata sia quale lo sia e come si intenda bonificarla».
Ciò che sta accadendo, conclude Boldrin, è che «un fatto reale relativamente piccolo (-500 miliardi in equities) ed una serie di segnali credibili e pessimisti da parte delle autorità politiche e monetarie, hanno convinto tutti di gettare al vento le aspettative ottimistiche e di assumere quelle super pessimistiche, portando l'economia su un nuovo sentiero di equilibrio, un sentiero da depressione».

6 comments:

Anonymous said...

Non è giusto che le famiglie paghino sui loro mutui il mancato funzionamento del mercato interbancario e la sfiducia tra banche, che è alla base del rialzo dell'Euribor. È necessario, per via legislativa o attraverso accordi privati, legare il tasso sui mutui al tasso di riferimento della Bce, piuttosto che all'Euribor. "Lorenzo Bini Smaghi, 51 anni, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea" .... PS magari se lo Stato vuole intervenire si potrebbe occupare di queste cose qui, piuttosto che tranquillizzare le banche sul fatto che i soldi dei contribuenti sono a loro disposizione senza nulla in cambio.....

Anonymous said...

Pensa un pò, l'ha detto Boldrin. Nientepopodimenochè.

Anonymous said...

io, intanto...se nessuno si arrabbia...di fronte ai catastrofisti vari...mi tocco i gioiellini.

ma il mio rito scaramantico è piccolo piccolo.

breve.

infatti, se coloro che nelle loro previsioni, oggi, si palesano come catastrofisti...fossero veramente capaci di ottenere risultati non dico veritieri ma almeno...verosimili dalle loro attività profetico-mediatiche...più concretamente, se ci avessero preso una, dico, una sola volta...allora, da geni che sono...avrebbero dovuto...no potuto, dovuto proprio...prevedere anche questa disfatta!

ed invece...niente.

solo articolo postumi o buttati giù quando la "notizia"...era già di dominio pubblico.

e lo scoop in anteprima???

l'istinto del giornalista...magari economista???

la sagacia dell'intellettuale e la sua vis speculativa...dove se ne stavano???

in vacanza...

poverini, non sapevano...

le chiacchiere stanno a zero.

se non hanno saputo, allora sono incapaci.

l'attitudine si presta a poche, lapidarie considerazioni...dunque non insisto.

se tante volte, invece...dovessero aver saputo in tempo...tacendo infine sul "pericolo" attuale, se dalle loro colonne non s'è mai levato il loro grido sul...perché...allora vuol dire che di certo, i loro profitti, non li hanno investiti in certi tipi di esperimenti alchemico-finanziari...cose da bacchetta magica.

e qui l'attitudine è quella della complicità...

con sprazzi di perfidia finanziaria.

e comunque, catastrofismi a parte...questa sera su annozero, non ricordo chi sia stato ma qualcuno dei presenti ha detto che se ripercussioni ci saranno nel sistema bancario europeo...che si scrive così ma si legge...recessione...per saperlo dovranno passare almeno 2/3 anni e vedere se il sistema, appunto...reggerà o sbotterà!

credo sia un'affermazione saggia e condivisibile.

personalmente...credo potrebbe anche reggere.

ciao.

io ero tzunami

Anonymous said...

Ieri la Bce ha tagliato il costo del denaro di mezzo punto. Sa qual è stato l'effetto sull'Euribor, l'indicatore sul quale si muovono i tassi dei mutui, l'unico che conta per l'utente finale? Glielo dico io: zero. L'Euribor non ha fatto una piega. L'effetto degli interventi delle banche centrali sull'utente finale è zero. La rata del suo mutuo non calerà di un solo euro. E sa perché? Perché non circola denaro tra le banche, perché l'una non si fida dell'altra. Gli istituti di credito, che hanno un drammatico bisogno di riaggiustare i ratios patrimoniali, hanno sostanzialmente incamerato il taglio dei tassi della Bce per accrescere gli utili

Anonymous said...

A proposito di interventi statali, ma nessuno che proponga di nazionalizzare le agenzie di rating, il cui conflitto di interessi è centinaia di volte superiore a quello dell'eroe dalle molte ville?

Mas

Anonymous said...

Ma se dico che in questo quadro epidemiologico l'errore fondamentale è stato non arginare il problema quando aveva ancora dimensioni contenute (anche x questo, grazie Bush) dico più un' ovvietà o una scemenza ?
Perchè avendo studiato poco economia ma parecchio fisica e dinamica dei sistemi nonlineari un po' mi perdo nei tecnicismi ma il quadro complessivo mi pare chiaro: che si parli di effetto domino, di reazioni a catena o di epidemie tutti questi fenomeni vanno circoscritti e curati prima che si propaghino in tutto il sistema...

gvertigo