Cosa si muove tra Stati Uniti e Asse del male
«Una delegazione non ufficiale va in Corea del Nord, un'altra umanitaria in Iran con la senatrice Elizabeth Dole». E' importante mostrare di cosa è fatto l'Occidente, penetrare le cortine di ferro per raggiungere il cuore di popoli isolati. «I conti veri con l'asse del male si faranno dopo le elezioni presidenziali, alla fine dell'anno».
Il Foglio annuncia l'uscita di due «manuali». I neoconservatori Richard Perle e David Frum - "An End to Evil. What's Next in the War on Terrorism" - tracciano un manifesto di sfide non troppo future, consegnano un «manuale per la vittoria» contro il terrorismo: le critiche al blocco conservatore interno all'ammnistrazione, le radici del terrorismo, il rischio dell'Onu, i finti alleati Arabia Saudita e Francia, cosa fare con i nemici Iran, Siria, Corea del Nord. Invece, per l'ex ambasciatore di Reagan nell'Ungheria comunista Mark Palmer - "Breaking the Real Axis of Evil: How to Oust the World's Last Dictators by 2025" - bisogna far fuori 43 dittatori per far incamminare del mondo verso libertà e democrazia. Non esclude le guerre o l'uso della forza, ma indica le armi nonviolente: «La vera forza da usare è il potere popolare. Ha funzionato sempre, in ogni continente e con ogni cultura». Finanziare gruppi pro democracy, fondare una Comunità delle democrazie e un nuovo sottosegretariato per la democrazia, all'interno del Dipartimento di Stato.
Dall'arresto del mullah Krekar, una «storia dei talebani curdi anello di congiunzione tra al Qaeda e Saddam».
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