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Tuesday, January 13, 2004

Non c'è di che rallegrarsi. E così il lodo Schifani (che in realtà è il lodo Maccanico-Ciampi, bocciati anch'essi) è illegittimo, viola la Costituzione. Facile violare l'articolo 3 (uguaglianza dei cittadini), ridicolo riscontrare la violazione dell'articolo 24 (diritto alla difesa) - sarebbe leso il diritto alla difesa degli imputati eccellenti ai quali la norma sospende i processi a carico per la durata del mandato. Ma ben gli sta al Berlusca, se l'è voluta. Era comprensibile, ed è stata anche in parte utile, la norma ad personam per difendersi dall'attacco giustizialista e proteggere la propria azione di governo, democraticamente scelta dai cittadini, ma quella di leggine di comodo non poteva essere l'unica strategia: sono rimaste nel cassetto le riforme della giustizia per i cittadini. E l'immunità andava reintrodotta nella Costituzione. Oggi, dunque, la beffa, che rischia davvero, per la prima volta in questa legislatura, di provocare un nuovo ribaltone. Sembra un'occasione troppo ghiotta per la Lega per sganciarsi, o comunque per far casini, cosa che è già da giorni nell'aria (Bossi ha denunciato il "tradimento" del governo sulla devolution). Berlusconi potrebbe anche reggere allo spintone della Corte, ma poi arriverà quello degli elettori. Il cav. ha pensato a se stesso, difficile che i cittadini non se ne siano accorti, e oggi viene punito, lo sarà un domani, ma non c'è di che rallegrarsi. Ci attendono la rivincita del giustizialismo giacobino e girotondino, della magistratura militante, e una nuova stagione di conflittualità tra poteri dello Stato, di veleni tra le fazioni (consapevolmente cercata dalla Corte scalfariana), che servono solo a stroncare la già moribonda trasformazione in senso democratico e riformista della sinistra italiana e a ritardare la transizione del sistema politico. E ad essere in crisi sono anche gli organi costituzionali di garanzia, la cui indipendenza non è davvero più sostenibile da alcuno.

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