Che faranno i riformisti di Khatami?
«Due mandati inconcludenti alle spalle e tutti i sogni di rinnovamento rimasti carta straccia, i rivoltosi attendono uno sguardo benevolo della comunità internazionale e del paese sfiduciato verso il loro tardivo braccio di ferro». Il seguito popolare dei riformisti, che oggi ingaggiano la battaglia per le (loro) candidature, sembra vicino a quota 0. «Corteggiata, blandita, implorata per il bene superiore della nazione, la tanto invocata società civile non risponde. "Il Parlamento non ha potere decisionale. La nostra partecipazione alle elezioni non servirebbe che a rafforzare il potere degli apparati non democratici", ha detto Abdollah Momeni, leader della maggiore associazione studentesca». Si aprono le porte per nuove forme di opposizione?
Ipotesi di distensione con gli Usa: un bene o un male? C'è poco da dubitare sulla strumentalità delle aperture del regime degli ayatollah: una tregua con gli Usa pur di migliorare l'economia e rimanere in sella. «"Un giorno o l'altro le relazioni tra l'Iran e gli Stati Uniti saranno riallacciate", ha dichiarato a Le Figaro il potente segretario per la sicurezza nazionale Hassan Rowhani, demiurgo dell'accordo sul nucleare. Dalla capitale Mohammed Hossein Adeli, viceministro degli Esteri, rilancia sulle sanzioni e chiede all'Amministrazione Bush ulteriori "passi concreti"». Potrebbe essere l'addio del regime change, o l'inizio della fine degli ayatollah. «Chi avversa il dialogo con la Repubblica islamica si prepara a dire addio al sogno del regime change a stelle e strisce, paventa il rinsaldarsi dell'establishment e il soffocamento delle alternative democratiche. Chi crede alla strategia dell'engagement promette che l'apertura dell'Iran finirà in ultimo per allentare e poi consumare inesorabilmente la presa dei mullah». Leggi tutto
Proposta. L'astensionismo alle prossime elezioni potrebbe tagliare la testa al toro. L'Ue potrebbe mandare degli osservatori.
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