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Wednesday, May 12, 2004

Di cosa si dovrebbe occupare la commissione di vigilanza Rai
Vero, la sinistra "usa le torture" per la campagna elettorale
Il governo italiano sapeva delle torture compiute da soldati della Coalizione contro prigionieri iracheni? E' questa la domanda che l'opposizione vuole porre direttamente al presidente del Consiglio e al ministro della Difesa. Giusto. Ma ieri solita cagnara alla Camera. Dopo le rivelazioni fatte al Tg3 dalla vedova del maresciallo dei carabinieri Bruno, ucciso nell'attentato di Nassiryia lo scorso novembre, la quale aveva sostenuto che il marito era al corrente delle torture, il centrosinistra scagliava la sua collera contro il governo: sapeva, sapeva! dimissioni! E giù con lo sciacallaggio e le strumentalizzazioni per un pugno di voti. Già ieri, il Comando generale dell'Arma precisava che «i superiori gerarchici del maresciallo Bruno dichiarano di non aver mai ricevuto dallo stesso militare qualsiasi notizia inerente a maltrattamenti nei confronti di detenuti nella responsabilità delle forze della coalizione».
Oggi poi, il brusco risveglio. La vedova Bruno afferma di essere stata «interpretata»: «Se una persona dice determinate cose, poi viene interpretata come se ne avesse dette delle altre. L'ho spiegato anche agli ufficiali dei carabinieri, superiori di mio marito: per questo non voglio più parlare con i giornalisti». La vedova Bruni si dice «dispiaciuta dei tagli effettuati da Rai Tre», vittima di una «trappola»: «Mio marito non aveva fatto nessuna denuncia - precisa stamani a Radio Città Futura - mi ha solo raccontato che lui insieme agli altri colleghi era incaricato di riavviare al lavoro i prigionieri e che aveva sentito di celle che facevano schifo rispetto alle nostre ed era rimasto sbalordito, ma non ho mai detto che i Carabinieri hanno visto o peggio ancora hanno fatto le torture».

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