«Da mesi, la stampa politicamente corretta, ogni volta che cita Iyyad Allawi, premier iracheno, aggiunge un maligno "già agente della Cia", e con questo inciso ottiene il risultato: un vero partigiano, che ha organizzato attentati contro Saddam, appoggiandosi ai servizi americani (come fecero i partigiani italiani e i maquisards francesi) è screditato, è un Noriega qualsiasi. Ogni volta che parla di Moqtada al Sadr, invece, la stampa perbene spiega in lungo e in largo che la sua è "la rivolta degli sciiti", che "l'esercito del Mahdi" è il braccio di un'intricata disputa politico-teologica giocata al più alto livello nelle università coraniche, che, insomma, è della stessa pasta di Camilo Torres, il prete armato latinoamericano.
Ora, invece, il vero leader degli sciiti iracheni, il grande ayatollah al Sistani, dice una verità che già era palese a chi sapesse e volesse interpretare il perché del suo lungo, silente, appoggio alle operazioni americane a Najaf: Moqtada al Sadr, bandito mullah, è un sacrilego. Una colpa spregevole, definitiva anche agli occhi dei laici».
Il Foglio
Wednesday, August 25, 2004
Il partigiano era un caudillo, il bandito un "resistente"
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment