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Wednesday, April 12, 2006

E se invece del berlusconismo tramontasse prima il prodismo?

Romano ProdiVi siete preoccupati per me? Il caos di lunedì e alcuni impegni personali di ieri mi hanno tenuto lontano dal blog, ma tento di rimediare con questo e il prossimo commento, ora che le bocce, finalmente, si sono fermate.

Nelle democrazie avanzate non dovrebbe far scandalo che una manciata di voti faccia la differenza. A patto che la faccia per davvero. Si fa notare che anche negli Stati Uniti c'è il testa-a-testa. Vero, ma lì con un solo voto un presidente governa 4 anni. Da noi, con un sistema parlamentare, è il caos. Il pasticcio di questa legge elettorale, voluta da Berlusconi per danneggiare l'Unione, non è tanto il premio di maggioranza su base regionale, contro cui durante il penoso scrutinio della Campania per il Senato molti inveivano, ma è nel sistema proporzionale in quanto tale. Soprattutto dopo il consolidarsi del bipolarismo anche in Italia, il pareggio in termini di voti è ipotesi sempre probabile. Per questo le democrazie avanzate che meglio hanno risolto il problema della governabilità e che sanno farsi trovare meglio preparate dinanzi alle nuove sfide sono quelle anglosassoni.

A Berlusconi va senz'altro la vittoria "morale" di queste elezioni, per una rimonta degna del suo Milan. Ha recuperato parecchi punti percentuali dalle regionali del 2005 e dai sondaggi "politicamente corretti" diffusi durante la campagna. Gli italiani, alla fine, non gli hanno riconfermato la fiducia perché motivi d'essere insoddisfatti del suo governo ce ne sono, ma in molti hanno ritenuto, con ottime ragioni, che scegliere l'Unione fosse come cadere dalla padella alla brace. I leader dell'Unione stessa d'altronde, hanno fatto di tutto per fornire quelle ragioni. Quel palo all'ultimo minuto colpito dalla CdL ha risparmiato ai leader dell'Ulivo il pubblico ludibrio e l'uscita di scena definitiva, ma non una cocente umiliazione.

Come ha scritto Lodovico Festa su il Giornale, «avere resistito questa volta potrebbe veramente cambiare le cose» per la CdL. Potrebbe significare il consolidamento definitivo di un consenso stabile e un maggiore radicamento nel paese. Nel 2001 il centrosinistra, che aveva governato nei cinque anni precedenti, fu travolto, mentre oggi la CdL perde di stretta misura.

Quella di Prodi sembra la più classica delle vittorie di Pirro. Dopo le elezioni che dovevano segnare il tramonto definitivo del berlusconismo, a tramontare, già fra qualche mese, potrebbe essere il prodismo.

L'Italia nella quale ci siamo svegliati ieri mattina è senz'altro peggiore di quella in cui speravamo. All'interno delle due coalizioni si sono rafforzate le forze della conservazione e dell'anti-modernità. Tutti bene i partiti della Casa della Libertà, anche se la palma del vincitore va all'Udc di Casini (bravissimo nelle sue apparizioni televisive), che sfiora il 7%. Così come nel centrosinistra si affermano i comunisti (Bertinotti + Diliberto 10% al Senato e 8% alla Camera) - con pieno merito anche di Berlusconi che se li è scelti come "miglior nemici" sui nostri schermi - i Verdi e i giustizialisti di Di Pietro. Insomma, ingovernabilità assicurata: l'asse politico dell'Unione si è così ulteriormente estremizzato tanto da rendere problematica la tenuta del prodismo.

Perché? Semplice: il motore riformista dell'Unione s'è bloccato. L'embrione del partito democratico tiene appena, con poco più del 31%, mentre l'obiettivo era il 33. I due partiti che lo compongono sono ampiamente al di sotto delle ambizioni, soprattutto considerando la vittoria complessiva della coalizione: i Ds sono lontani dal fatidico 20% e la Margherita dall'11%. Solo l'adrenalina della vittoria al fotofinish ha evitato che fossero messe all'ordine del giorno le dimissioni dei vertici.

Non solo il motore riformista ha perso potenza rispetto alla due cavalli della "rivoluzione", ma neanche la Rosa nel Pugno può costituire, almeno dal punto di vista numerico, un contrappeso liberale alla sinistra estremista, pur non dubitando che Pannella non rinuncerà a cercare il corpo-a-corpo con Bertinotti.

9 comments:

Anonymous said...

Sono interessato ad una analisi del padrone di casa sul fallimento della Rosa nel Pugno. Come lo legge?
Com'e' possibile che il partito che e' stato portato in palmo di mano da varie grosse testate, in primis il Corriere di Mieli, abbia a tal punto tradite le attese?
Il Corriere e i grandi giornali in genere sono alla seconda brutta figura dopo i referendum.
Soffrono evidentemente della stessa distanza dal sentire popolare dei Liberal Media americani.

Anonymous said...

tu quoque, jimmomo, coi paragoni calcistici? bastaaaaaaaaa
detto questo, concordo con la tua analisi, e ti invito se vuoi a leggere la mia. non concordo in toto con festa, perché non possiamo sapere come sarebbero andate le cose col maggioritario, tanto più che la cdl nella parte proporzionale del "mattarellum" ha sempre vinto, anche nel 1996.

Anonymous said...

e il corpo a corpo con bertinotti è inficiato dal fatto che bertinotti (come tutti gli altri, tranne uno) è determinante per la maggioranza al senato, pannella no, :-(

Anonymous said...

La legge elettorale della Camera non era poi così male (anche se sono un "maggioritarista" convinto) ... forse si potevano alzare gli sbarramenti, cmq ha dato una maggioranza stabile. E' quella del Senato che fa schifo. E' possibile che vincere in Lombardia (dove ci sono 9000000 di abitanti) dia lo stesso premio di maggioranza del Trentino Alto Adige (800000 abitanti)?Tutto merito di quelche costituzionalista che opera all'ombra del Colle e ha premuto per i premi di maggioranza regionali! Purtoppo la Rosa nel Pugno è stata abortita prima di nascere: inesistente al senato e insignificante alla camera. Probabilmente i temi della Iperlaicità e della Scuolapubblica non interessano alla gente come ad essa non interessa leggere le maggiori testate di questo paese che hanno fatto di tutto per darle visibilità. Mieli ha perso anche stavolta.

Anonymous said...

Perché, esiste un prodismo? E' questo il problema: di fronte al berlusconismo non si è mai creato un riformisimo solido e credibile.
Circa la manciata di voti non sono così d'accordo. Avere un governo deciso da 25.000 voti da una parte e gli italiani all'estero dall'altra è drammatico.
La vittoria di Prodi ha lo stesso valore della vittoria ad un testa e croce. E questo non è un bel segnale per lo stato del paese.

Anonymous said...

togli pure i se i ma e i dopo caro Jim. Se si è onesti bisogna ammettere che il Caimano è in salute ed ha un consenso ancora larghissimo.Mieli(che si dovrebbe dimettere se ha a cuore la credibilità del suo giornale)ha dichiarato che se c'è stato un vncitore, questo è stato Silvio Berlusconi.Tra un anno,quando si tornerà a votare, Prodi sarà già un brutto ricordo.Il Caimano ha i denti affilatissimi.
Ciao.

Anonymous said...

Jimmomo, ti giro il commento che ho scritto a Malvino:

"In caso di nuove elezioni, diciamo entro l'anno (o perchè il governo cade o perchè non si forma proprio), ci sono idee alla Rosa nel Pugno su come impostare una nuova campagna elettorale (Giove ce ne scampi)?

Perchè mi pare chiaro che questa appena terminata ha portato ad una sconfitta, se non proprio ad una disfatta totale. Io avrei una mia piccola opinioncina al proposito, ma vorrei prima sapere se alla RnP (o almeno fra i Radicali, va') c'è l'intento di fare tesoro della lezione."

salvio said...

Il corriere vende 800.000 copie. I votanti sono 45.000.000. Se poi si leggono le statistiche degli articoli più letti su corriere.it si capisce come mai il TG5 parla di cronaca nera e di gossip.

Comunque Federico da te ci si aspetta anche una analisi sul voto rosapugnante un po' meno striminzita..

Anonymous said...

Una cosa è più che chiara: al voto non si torna a breve.
Tutti sanno che Prodi cadrà a breve, forse entro 40-50 giorni. Le prove generali della Balena Bianca stanno per cominciare. Non sarà possibile nè fare una parvenza di riforma radicale entro Settembre, nè provare a fare una Finanziaria accettabile con questa compagine.