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Thursday, April 13, 2006

Un profilo più completo e riconoscibile all'etica laica

Due editoriali perfettamente contrapposti, quello di Carlo Cardia su Il Foglio, che partendo dall'insuccesso della Rosa nel Pugno sostiene che la laicità non sia un problema avvertito dai cittadini, e di Gian Enrico Rusconi, di tutt'altro avviso: «E' in gioco l'etica pubblica che è di interesse generale e che forze politiche del centrosinistra hanno eluso durante la campagna elettorale. Con reticenze e un po' di cattiva coscienza. L'etica pubblica si esprime laicamente in normative che non potranno soddisfare tutti i cittadini. Ma nessun cittadino deve trovarsi in posizione di svantaggio (o addirittura di sofferenza) perché non condivide le convinzioni di una presunta "maggioranza morale"».

Sotto la «mannaia ideologica dell'accusa di "relativismo" si è intimidito e stravolto il valore della pluralità degli stili morali di vita che è il modo concreto di realizzare il principio (condiviso apparentemente da tutti) della libertà di coscienza». La questione laica dunque «potrebbe esplodere in modo incontrollabile e distruttivo più di quanto non si sospetti».

La Rosa nel Pugno dovrebbe impegnarsi a dare un profilo più completo e riconoscibile all'etica laica. La laicità dei radicali non è certo anti-religiosa, non significa imbavagliare i vescovi o mettere in discussione minimamente la libertà d'espressione. Vuol dire abolire per il Vaticano, come per i sindacati o qualsiasi altra "corporazione", tutti i privilegi da parastato. Ma il concetto di laicità non va fatto valere solo nei confronti delle pretese confessionali, ma ovunque si manifesti il paternalismo di Stato e il moralismo legislativo.

1 comment:

Anonymous said...

"La laicità dei radicali non è certo anti-religiosa, non significa imbavagliare i vescovi o mettere in discussione minimamente la libertà d'espressione. Vuol dire abolire per il Vaticano, come per i sindacati o qualsiasi altra "corporazione", tutti i privilegi da parastato."

Perfetto, oserei dire.

Ciao Paolo