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Saturday, April 01, 2006

Al di là dei conti di Enrico Letta

Oggi su il Riformista:
Caro direttore, lo gnè gnè di Letta sulle tv del premier non me lo bevo, la penso come Cingolani e Di Vico. Ho sentito con le mie orecchie, nelle ultime due settimane, i leader dell'Unione (non solo Bertinotti) impegnarsi a dimostrare il teorema berlusconiano della sinistra «partito delle tasse», senza che Berlusconi si esponesse a promettere «meno tasse per tutti». Al di là dei conti di Letta, s'è capito che si dà da una parte e si toglie dall'altra, mentre anche per l'esperto Ocse il nodo è intaccare la spesa e riformare la previdenza. Se non si è disposti, meglio liberalizzare lavoro, servizi e professioni, come chiede la Rosa nel Pugno con Giavazzi. All'inizio pareva implicito l'aumento di aliquota (oggi bassa per premiare le rinunce di chi risparmia e rischia) anche sui titoli già emessi. Poi la saggia precisazione. E la tassa di successione? Non importa la cifra esatta. Sempre con le mie orecchie ho sentito da 180 a 500 mila euro, che valgono una casa più o meno grande in città. Fosse anche 1 milione (con casa al mare e qualche risparmio) sono questi i ricchi ereditieri e le grandi fortune da colpire? A me pare ceto medio produttivo. Le ultime fasi della campagna si giocano sul tema più congeniale alla Cdl per il recupero di elettori delusi e indecisi. Non so chi sia, ma stringerei la mano al campaign advisor di Prodi.

8 comments:

Anonymous said...

Premesso che il concetto di eredità è in contrasto con il concetto di meritocrazia, l'un milione di euro ceto medio produttivo è un'asserzione fuori dalla realtà: la media degli italiani non è certo miliardaria. Ma supponiamo lo sia. E' da tassare? Assolutamente sì, fintanto che a chi è sotto la media non siano garantite tutte le condizioni (tutte e condizioni dico) di poter diventare anch'essi ceto medio produttivo. Ovvero servizi e scuole.
Fintanto che i figli degli operai di Termini Imerese, che non hanno merito o colpa di essere figli di operai, non avranno le stesse identiche opportunità dei figli del "ceto medio produttivo", che non hanno merito o colpa di essere figli del "ceto medio produttivo", le successioni dovranno essere tassate.

JimMomo said...

"il concetto di eredità è in contrasto con il concetto di meritocrazia"

Non siamo più nell'ottocento, quando enormi ricchezze ereditarie bloccavano la moblità sociale. Oggi può valere per le grandi fortune.

Un milione di euro è ormai il patrimonio di una famiglia media.

Per me grandi fortune sono granfdi fortune, decine di milioni.

Anonymous said...

Jim, ma c'è un dato serio e neutro che tu possa produrre a sostegno del "un milione di euro" è ormai il patrimonio della famiglia media?
Non è una provocazione, è una domanda.

JimMomo said...

Insomma, inutile girarci intorno o attaccarsi alle singole parole. Non sono io a dover dimostrare che un'eredità di un milione di euro è di una famiglia "media", ma loro a dimostrarmi che sia "una grande fortuna".

Non lo è. Poi se è media, benestante, o altro non lo so. So che di sicuro non è una "grande fortuna", non è gente che campa di eredità.

Anonymous said...

In uno Stato dove la pressione fiscale DA VIVI è del 40%, almeno si eviti di tassare quando non c'è una creazione di ricchezza, tipo nella successione. Altrimenti è un esproprio. Senza contare che in molti casi l'erede ha contribuito alla creazione di quel patrimonio, MERITANDOSELO, come accade ad esempio in tutte le imprese familiari dove i figli affiancano i padri molto prima della loro morte.

Anonymous said...

@Jim: "Non sono io a dover dimostrare che un'eredità di un milione di euro è di una famiglia "media", ma loro a dimostrarmi che sia "una grande fortuna"."

Poiché la percezione quotidiana non corrisponde alla media milionaria, ci vuole un dato che la smentisca. Altrimenti è come la questione del caro euro che ci hanno raccontato per anni fosse percezione (lo stesso governo) salvo poi cambiare idea ad un anno dalle elezioni, scoprendo che i prezzi erano aumentati. Ma a quel punto la colpa era di Prodi.

@Anonimo: tu avresti perfettamente ragione se in Italia ci fossero scuole pubbliche di eccellenza. Se per averle è necessario tassare la gente al 40% è giusto sia così. (Poi in realtà è peggio: tassano al 40 e le scuole restano mediocri).

Io capisco lo spirito liberale di Jim e lo rispetto. Ma ci sono persone che, per cultura, sono tagliate fuori dal magnifico mondo liberale. E' dovere dello stato intervenire per offrire anche a questi la possibilità (possibilità, non assistenzialismo) di un'altra vita.

Io non sono aprioristicamente contrario alla cancellazione della tassa di successione. Ma ritengo che le priorità siano altre. Se poi tu Jim sapessi come conciliare ciò con una riforma eccellente della scuola e le sue richieste di fondi saremmo contenti entrambi.

Anonymous said...

x domiziano galia
avresti ragione se la presenza di scuole di eccellenza e la mobilità sociale fosse più presente in paesi dove la pressione fiscale è più pesante, difficile sostenerlo senza cadere nella propaganda...
Le scuole di eccellenza si creano eliminando il valore legale del titolo di studio, alzando le rette universitarie e mettendo in concorrenza le scuole tra loro, non certo trasformando l'insegnamento in un'agenzia di collocamento ed usarla come bacino di voto di scambio e poi piangere miseria e spremere i contribuenti.

Ciao Paolo ; (ero io l'anonimo di prima)

Anonymous said...

Paolo io stavo parlando di scuole dell'obbligo, non già di università.
Alzare le rette universitarie? E se uno già fa magari fatica a pagare quelle di oggi?
Guarda, liberalizzami tutto, mi sta anche bene, ma io voglio che la scuola sia un Tempio.
Sono assolutamente concorde che la scuola non vada trasformata in bacini elettorali o di collocamento, al contrario!

Quello che cercavo di dire è che una Scuola prestigiosa, dall'infanzia sino all'università è il fattore chiave che possa consentire a tutti, anche ai figli dei cani, di gareggiare nella vita il più possibile ad armi pari. Molto meglio della "ridistribuzione del reddito" che uno puoi anche dargli un po' più di soldi, ma magari li scialacqua.
Voglio dire: il liberalismo non va bene per tutti. Gli ignoranti rischiano di restare tagliati fuori. E non è giusto se uno è ignorante perché vive in un ambiente ignorante.
Per questo deve essere totalmente gratuita: perché non può essere questione di censo.
Gratuita, pubblica, ma gestita con spirito aziendale non avente come fine la ricerca di profitti, ma nell'investimento negli uomini di domani.

Poi, spostandoci all'estremo opposto dell'arco di vita io sarei addirittura per la totale liberalizzazione delle pensioni, fai te!
Questo ha un senso: quando hai vissuto 70 anni hai avuto tutto il tempo per pensare alla tua anzianità e dovrebbe essere una tua responsabilità.
Ma quando hai 7 anni cosa vuoi capire? Ecco perché lì deve intervenire lo Scuola: se i tuoi genitori sono svegli non cambia nulla. Se sono coglioni la Scuola ti salva la vita.
Poi, dopo un paio di generazioni così, se il circolo diventa virtuoso si può pensare anche ad un passo indietro dello Stato.

Tutto ciò ovviamente presuppone uomini di governo brillanti e devoti. Si fa fantascienza quindi.