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Wednesday, April 05, 2006

I veri massacratori del diritto all'informazione

Il cavallo davanti alla sede RaiUna vicenda da cui escono tutti male. E, alla fine, la vera anomalia

Credo che nessuno possa negare che il nostro sistema televisivo duopolistico, lottizzato dalla partitocrazia, massacri ogni giorno e soprattutto sotto campagna elettorale il diritto dei cittadini a essere correttamente informati; e quei sacri principi della democrazia del conoscere per deliberare e della circolazione delle idee, propedeutica alla circolazione delle elites, che infatti in Italia sono bloccate.

L'autonomia del giornalismo italiano rasenta lo zero e ogni trasmissione si trasforma in uno spot propagandistico dal costo di milioni e milioni di euro. Così il controllo e la spartizione dei posti in Rai assume un valore vitale per la classe politica, che si assicura in questo modo propaganda gratis a danno di chi, partiti e idee, non partecipano al taglio della torta.

In queste ore stiamo assistendo all'ennesima rissa tra Berlusconi e Prodi, tra il centrodestra e il centrosinistra. Ciascuno si straccia le vesti e denuncia il «regime» dell'avversario. Eppure, proprio in queste ore, coperta dalle grida e dagli accapigliamenti dell'ennesima polemica, è giunta l'unica notizia di violazione concreta della par condicio.

L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha reso note due delibere (la 80/06/CSP e la 81/06/CSP) con le quali ha ordinato a RaiUno e a Canale 5 (le due reti italiane di maggiore audience e popolarità) di prevedere, entro 48 ore, la partecipazione della Rosa nel Pugno in un programma di approfondimento su ciascuna delle due reti televisive.

L'Autorità ha infatti accertato che le trasmissioni Dopo Tg1, e Matrix, nel periodo 11 febbraio – 5 marzo, non hanno assicurato a radicali e socialisti adeguata presenza sui temi della campagna elettorale. Insomma, a fronte dei soliti schiamazzi da cortile, c'è una violazione reale, sanzionata da un'autorità indipendente, che passa sotto silenzio. Da una parte le chiacchiere, dall'altra carte bollate. Una forza politica che avrebbe diritto in queste ultime 48 ore a due spazi per lei decisivi.

Venendo alla polemica di stasera, non c'è da fare le verginelle. A Berlusconi conviene andare andare andare in tv, se possibile affrontando di nuovo Prodi; a Prodi sottrarsi sottrarsi sottrarsi. Così come nel 2001, vale la pena ricordarlo, a Berlusconi non conveniva confrontarsi con Rutelli e non ci fu alcun faccia-a-faccia. Zero. Oggi ciascuno ricorre a ogni furbata e scorrettezza immaginabile. Vediamo come nessuno ne esca pulito.

L'immagine più chiara dell'accaduto l'ha data stasera il Comitato di redazione del Tg5 - mi sorpendo a trovarmi d'accordo con loro - dicendosi «fermamente contrario» all'ipotesi di una conferenza stampa di Berlusconi da solo, ma aggiungendo anche «viva contrarietà per il rifiuto di Romano Prodi, già espresso nei giorni scorsi, a partecipare alle trasmissioni elettorali di Mediaset».

E' comprensibile l'ambizione di Mediaset ad ospitare sulla sua rete ammiraglia un duello fra i due candidati premier. Prodi si sottrae e l'azienda pensa di riparare proponendo conferenze stampa, o interviste, separate, con giornalisti avversi ai due candidati, così da far salva la par condicio. Ma Prodi a Mediaset non intende metter piede. Berlusconi si dice intenzionato ad andare comunque. Qui, purtroppo, nonostante la patente scorrettezza di Prodi, passa nel torto. Piaccia o meno non c'è contraddittorio e quindi sarebbe in violazione della par condicio.

D'altra parte, fa sorridere amaramente vedere il premier che si lamenta perché non può andare in televisione, visto che c'è tutti i giorni e il suo volto non è certo mancato in tutta la campagna elettorale. Qualcuno l'ha visto pure in campo stasera al Delle Alpi con la maglia dell'Arsenal. E Berlusconi non è un angioletto, di colpi bassi ne ha inferti, in passato e in questa campagna. Sistematico il suo scegliersi come antagonista televisivo il «komunista» di turno e fare di tutto, invece, per evitare Emma Bonino, per poter meglio attaccare l'Unione con l'argomento dei komunisti che egli stesso ha contribuito a innalzare, non proprio da anti-comunista.

In tutta questa storia, c'è una terza parte che ne esce con le ossa rotte. L'appello intimidatorio, non proprio vagamente, che i direttori di alcune testate di sinistra hanno rivolto ai propri colleghi per boicottare l'eventuale conferenza stampa del premier. Hanno agito da militanti e non da professionisti. Invece di convincere Prodi, non dico a incontrare Berlusconi, ma almeno a sottoporsi a un uguale confronto con la stampa avversa, e sfruttare così un'ottima occasione per rinfacciare a Berlusconi tutte le malefatte che gli imputano, hanno preferito spalleggiare il rifiuto interessato di Prodi.

Veniamo alla vera anomalia di questa campagna televisiva. Questa situazione di candidati premier che di cinque anni in cinque anni rifiutano i duelli tv con l'avversario non conosce eguali nel mondo democratico occidentale. E' un'anomalia squisitamente e tristemente italiana. Essendo improponibile una legge che obblighi i candidati al confronto televisivo, il rifiuto dovrebbe essere sanzionato politicamente, dalla stampa prima di tutto, e nelle urne poi. Ma si sa, siamo in Italia.

Permettetemi un'ultima nota per gli amici della Rosa nel Pugno. I toni della campagna elettorale spingono ad aggiungersi alle già tante voci anti-berlusconiane, ma, credetemi, non serve. I radicali hanno da sempre altri argomenti per affrontare il problema dell'informazione televisiva, guardando gli altri dall'alto in basso. Meglio dar voce all'oscuro lavoro di Beltrandi e Rossodivita che appiattirsi sulle posizioni da "avvento di regime" di Giulietti. Anche perché va bene l'alternanza, ma non bisogna scordare cos'è stata - per i radicali - la Rai di Zaccaria e nulla fa pensare che il "mostro" non possa ritornare. Invece di partecipare alla berlusconeide comincerei ad attrezzarmi per il 9 e il 10, nei seggi, contro i sicuri brogli diessini contro la Rosa nel Pugno, e per il dopo per sopravvivere al genocidio culturale.

11 comments:

Anonymous said...

Non mi ricordo nel 2001 fosse stato vietato a Rutelli di andare in televisione.

Berlusconi intervistato da 5 "tosti" direttori di giornali di sx, mi sarebbe veramente piaciuto vederlo. Non penso sarebbe stata violata la par condicio. Sarebbe piaciuto vederlo a tutti: indecisi, di DX, di SX.
E lo stesso vale per Prodi.
Prodi è stato invitato pure a fare lo stesso, dato che non gradiva la sfida a due.

Questo fa pensare:

un candidato di cdx senza almeno 3 televisioni sarebbe,al pari vostro e dei liberali in generale, un candidato senza voce e la campagna mediatica montata ad arte nel pomeriggio lo dimostra.

Dal mio punto di vista sono tutti argomenti che stimolano gli indecisi, per la maggior parte di area cdx, ad andare a votare perchè oltre alle tasse c'è puzzo che di Mediaset ne faranno uno spezzatino

Se dopo il Berlusconi-Bertinotti-Emma di Ballarò ero indeciso, ora andrò a votare FI sicuramente.

Anonymous said...

Certo Panka, eri indeciso e ora ti sei deciso perché senti puzza di regime. Rocca docet.

;-@

Anonymous said...

ascoltami una cosa, jimmo, quel "sicuri brogli diessini". ma di che parli? ma come fai a dire una cosa del genere? sai che c'è? c'è che la RnP può anche essere una novità politica interessante, e mi ero deciso : unione alla camera, RnP al senato. ma questi toni con voi non li usa nessuno nel csx, voi li usate eccome. e di alleati inaffidabili ne abbiamo fin troppi. unione alla camera, unione al senato. grazie RnP, è stato bello ma è durato poco. fino al 6 aprile.
(lo zoppo)

JimMomo said...

Caro lozoppo, anche se avessi mosso un'accusa infondata, non vedo cosa c'entrino i toni della Rosa nel Pugno, visto che il mio è un blog personale, non è una testata ufficiale, non sono un candidato, eccetera eccetera.

Chiaramente non sono in grado di dire che ci saranno brogli, ma le mie poche esperienze mi suggeriscono che nei seggi sarà battaglia all'ultima scheda e il controllo del territorio che hanno i Ds, considerando le loro pratiche spregiudicate, che ho visto in altre elezioni con i miei occhi, mi fanno temere il peggio. E non è mistero che il timore che la RNP sottragga voti è alto. Tutto qui.

Maurizio said...

I radicali hanno da sempre altri argomenti per affrontare il problema dell'informazione televisiva,

Quali sarebbero questi argomenti?

Travaglio dice che, caduto Berlusconi, per evitare un nuovo regime di sinistra, bisogna abolire la legge per cui i partiti nominano i dirigenti RAI. E fa notare che Zapatero sta facendo una cosa analoga in Spagna. Non ho mai sentito i radicali proporre una cosa simile. Il problema secondo me nasce dal mix di questa legge e la mancanza di legge del conflitto di interessi per la televisione privata. Il tutto produce una mancanza di contrapposizione di poteri tra politica e giornalismo, che invece c'e' in altri paesi (BBC ad es.). Che pensano i radicali di tutto questo? Che propongono concretamente?

JimMomo said...

Maurizio, ma stai scherzando? I radicali da sempre parlano di sottrarre la Rai al controllo dei partiti e di privatizzarla. Hanno vinto un referendum su questo, poi disatteso, e, oggi, indicano a esempio proprio Zapatero.

Hai mai sentito parlare di "partitocrazia"? Indovina chi ha introdotto questo termine nel linguaggio di oggi.

Maurizio said...

Scusa Jim, ma devi capire che io mi sono avvicinato da poco al mondo radicale. Del referendum non sapevo nulla. Si', ho sentito spesso parlare di partitocrazia, ma Pannella non e' sempre comprensibile per me. Grazie! Mi rispondi alla mail privata please? E' importante.

Anonymous said...

beh, ma non vogliamo citare anche l'altra anomalia italiana? Un premier che si ricandida ed è proprietario di 3 canali su 7 nazionali e con la rai (W zapatero, ma la sinistra non leverà il controllo della rai ai partiti, ahimè) sotto controllo parlamentare non è cosa da poco.
Panka, ma se Berlusconi è scappato dalla Annunziata, quanto pensi sarebbe durato con Polo del Manifesto? Forse sapeva che non se ne sarebbe fatto nulla e ha inscenato il tutto per fare poi -come spesso gli capita- la vittima?

Anonymous said...

Se Berlusconi fosse scappato... eheheh peccato non sia potuto acadere!

Non credo, perchè i 5 giornalisti "tosti" di sinistra li voleva lui per poter andare in tv.

Mi sa ma avete perso un'occasione d'oro per sputtanare il limitato liberalismo di B e avete creato una situazione in cui lostesso B. e le sue Mediaset appaiono vittime agli occhi della maggioranza degli elettori e sopratutto degli indecisi.

(questo perchè la maggioranza degli elettori di questo paese è storicamente conservatrice)

Anonymous said...

jim che i brogli si facciano e chi ha maggior controllo del territorio ha maggiori possibilità di farli è palese. Ho sentito dei racconti tra l'allucinante ed il grottesco dai seggi elettorali. Evitiamo di far nomi però, anche perchè, diciamolo, trovo improbabile che un partito dia contro a partiti del proprio schieramento.
Si potrebbero studiare metodi un tantino più sicuri per rendere la vita più complicata ai furboni semmai... ma i furboni stanno da tutte le parti. Chiaro che un partito poco presente sul territorio come la rosa nel pugno corre maggiori rischi.

mugnolo said...

a mio avviso sarà dura per la rosa. durissima, ma i voti arriveranno.