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Wednesday, April 19, 2006

Tre condizioni per il Partito democratico

Su il Riformista di oggi:
Caro direttore, con la lista dell'Ulivo anemica al 31 per cento, i Ds (lontani dal 20) e la Margherita (sotto l'11) che arrancano, la Rosa ferma al 2,5, il "motore riformista" rischia di incepparsi alla prima accelerata della sinistra massimalista, che invece ha fatto il pieno di voti, estremizzando l'asse politico della coalizione. Questo esito da una parte accresce l'urgenza del Partito democratico, dall'altra pone tre condizioni per la sua nascita: 1) non sia la somma di post comunisti e post democristiani, ma includa la cultura laica e liberale; 2) si passi subito a un sistema elettorale maggioritario; 3) si abbia il coraggio, come nel resto d'Europa, di fare a meno dell'alleanza con i comunisti, che volentieri si prestano al ruolo di antagonisti che la destra gli attribuisce, a scapito però della credibilità del "motore riformista" come alternativa di governo. Parte dei consensi sarebbe recuperata da sinistra, da quanti farebbero confluire il loro voto su chi avrebbe chance reali di battere la destra. Ma una parte decisiva verrebbe da quel centro politico dell'elettorato, quel ceto medio produttivo e modernizzatore che i riformisti anche stavolta non hanno potuto conquistare. Una leadership lungimirante doveva progettare tutto ciò anni fa, ma rinviare ancora vorrebbe dire pagare un conto più salato.

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