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Thursday, December 13, 2007

Alitalia: il rischio del pasticciaccio

Dopo il fallimento della gara, mesi fa, da cui tutti i concorrenti si sono tirati fuori per le condizioni troppo rigide poste dal Governo e dal Parlamento, sotto la pressione delle sinistre e dei sindacati, sta di nuovo venendo al pettine il nodo Alitalia. Il CdA della società, ma ovviamente il principale azionista, il Ministero del Tesoro e, quindi, il Governo, devono decidere se sia più allettante la proposta di acquisizione avanzata da Air France-Klm, o quella di AirOne di Carlo Toto, sostenuta da Banca Intesa.

Se ne è già discusso in Consiglio dei ministri e i due principali quotidiani, Corriere della Sera e la Repubblica, hanno registrato le medesime divisioni: Prodi, Padoa-Schioppa e Bersani tendono verso la proposta franco-olandese, mentre D'Alema e Rutelli preferiscono l'italianità di AirOne.

Francesco Giavazzi, sul Corriere di oggi, ha espresso qualche perplessità: «Se AirOne acquisirà Alitalia, la nuova compagnia avrà oltre il 90% del mercato» sulla «tratta più redditizia del trasporto aereo italiano: Linate-Fiumicino», mentre Air France o Lufthansa, acquisendo Alitalia, «dovrebbero poi vedersela con AirOne» su quella stessa tratta. Giavazzi chiede «che farebbe di fronte a questa concentrazione l'Autorità garante della concorrenza, il cui compito è difendere i consumatori».

Il timore è che il Garante, come già argomentato nella sua ultima relazione annuale, sia disposto a concedere «deroghe» se fossero «giustificate da interessi strettamente generali». Tra gli «interessi generali» ricade, per esempio, l'italianità della compagnia di bandiera?

Anche Oscar Giannino, su Libero Mercato, si preoccupa dell'eventuale concentrazione sulla tratta Milano-Roma, «la più remunerativa in Italia». Ma di concorrenza, conclude rassegnato e sarcastico, «a Montezemolo e a tutti gli altri improvvisamente convertiti al toto-ismo, evidentemente non importa poi molto».

Giannino continua «a non capire la frenesia che sembra aver contagiato soggetti tanto numerosi a favore dell'ipotesi AirOne». I sindacati, per esempio, cui rivolge domande dirette ed inequivocabili: «Hanno avuto garanzie di che tipo, in ordine ai contratti di lavoro dopo l'eventuale fusione tra la holding AP di Toto con Alitalia? Per quanto ne sappiamo noi, c'è una distanza assai maggiore tra i contratti di AirOne e quelli di Alitalia attuali, che tra questi e quelli di Air France-Klm. Siamo informati male, oppure improvvisamente i sindacati hanno imboccato la via dell'autoriduzione dei redditi? Il piano di AirOne quantifica meno esuberi di Air France, ma menziona per la loro gestione l'opzione della "riprotezione sociale su società terze". Che cosa significa, in concreto? Esuberi ceduti ad aziende a controllo pubblico? E perché mai a quel punto Air France e tutti i concorrenti europei non dovrebbero contro l'operazione ricorrere a Bruxelles, per aiuti di Stato?

Anche Giavazzi non ci vede chiaro nel sostegno dei sindacati all'offerta di AirOne, fino al punto da ritenere che debba «preoccupare i molti che approvano questa scelta». Infatti, il «monopolio» di fatto sulla tratta Milano-Roma «consentirebbe a AirOne di incassare una buona rendita della quale i sindacati di steward e piloti sapranno facilmente appropriarsi: basterà minacciare uno sciopero sulla tratta Linate-Fiumicino che in assenza di alternative bloccherebbe l'Italia».

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