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Wednesday, December 12, 2007

Tutti a piedi. Italia ostaggio di selvaggi e incapaci

Questa sera sono rimasto appiedato. La mia modesta utilitaria troppo all'asciutto per rischiare la traversata verso casa. Così ho dovuto prendere il bus, che per fortuna mia non mi ha fatto attendere molto.

Così, prendendo esempio dai tassisti, rimasti impuniti dopo aver bloccato il traffico a Roma, i camionisti hanno bloccato con i loro Tir autostrade e porti e il loro sciopero ha lasciato a secco i distributori. A Roma già di prima mattina era impossibile rifornirsi: benzina finita o file interminabili.

Questo genere di proteste illegali andrebbero stroncate dalle autorità con la massima fermezza, perché le molteplici emulazioni rischiano di rendere ulteriormente invivibile la nostra già massacrante vita da "sudditi". E andrebbero studiate leggi ad hoc per punire i blocchi selvaggi: basterebbe sospendere le licenze e prevederne la riattivazione dietro pagamento di super-multe. La paralisi delle città è una violenza che provoca ingenti danni economici che in un paese moderno e normale tassisti, controllori di volo, camionisti e qualsiasi altra categoria, sarebbero chiamati a risarcire.

Il sindacato della metropolitana di New York, per uno sciopero di qualche tempo fa, il primo dopo vent'anni, è stato condannato da una corte a risarcire la città di milioni di dollari.

Tuttavia, i danni causati in questi giorni ci dicono quanto siano cruciali come servizio pubblico l'autotrasporto e la logistica privati nel nostro paese. Il Governo Prodi ha la grave responsabilità di non averlo capito, di avere occhi e cuore palpitanti solo per il pubblico impiego, costringendo i camionisti alla protesta estrema, mentre tutti i governi dovrebbero spiegarci perché si investe così tanto denaro pubblico nelle ferrovie di Stato e poi oltre l'80% del trasporto avviene su gomma e non su rotaia. Se il rapporto tra i due mezzi di trasporto merci fosse più equilibrato, oggi avremmo avuto meno benzinai a secco.

Come scrive Nicola Porro, in Italia subiamo i costi dello scontro sociale, ma non a fronte di una modernizzazione reale del paese, bensì dell'immobilismo, «dell'inerzia e del compromesso» dei governi. Nel merito, gli autotrasportatori hanno le loro ragioni, che sono ben difese da Oscar Giannino.

6 comments:

Anonymous said...

Forse lei non conosce la vita che un camionista fa. Non sa che da tempo sono esasperati. Lei ha trovato la soluzione: ritiro licenze e multe. Mio cognato camionista mi ha detto: "Sti str.. non hanno capito un c... Se non la finiscono di prenderci per il c... andiamo in caserma e ci facciamo arrestare, così ci riposiamo un pò e mandiamo aff.c.. tutti quanti"
Magari qualche ministro dirà "Me ne frego"

JimMomo said...

No invece. Io ho capito benissimo. Dico che i blocchi sono inaccettabili e che un camionista che volesse portare a destinazione la sua merce dovrebbe poterlo fare. Su questo sarei durissimo, con tutte le categorie.

Che bisogno c'era di fare i blocchi? Di per sé lo sciopero, anzi: la serrata, avrebbe comunque messo in ginocchio le città e sotto pressione il governo.

I camionisti in questa vicenda hanno ragione (tranne che sui blocchi) e il governo è stato irresponsabile per non aver capito che per pochi spiccioli ha causato enormi danni al paese. Quindi siamo in mano ai selvaggi (per i blocchi) e agli incapaci (il governo).

saluti e sincera simpatia per suo cognato: scioperi pure, ma tolga il blocco. La battaglia contro tasse e burocrazia ci accomuna.

Buonsenso said...

Solidarietà ai camionisti che con il coraggio della disperazione si oppongono ad un governo bolscevico, sempre pronto a concedere prebende ed incentivi solo ai paraculi di stato, ai grandi industriali politicamente corretti ed al gregge dei dipendenti allineati e coperti sapientemente guidato dai pastori della triplice.

In un paese dove la legalità è ormai una barzelletta Prodi, il calabrache, si permette di fare la voce grossa con chi chiede solo di essere messo in condizione di lavorare e guadagnare dignitosamente, senza essere stritolato da un fisco cubano e da costi di esercizio che crescono ogni giorno di più per la gioia di una politica parassita che vive di voto di scambio alimentato con il denaro di quei pochi (sic.) che non accettano di vendere la propria dignità per un tozzo di pane.

Devo sperare che il giochino subdolo e vigliacco del governo che cerca di mettere il paese contro una categoria perchè non abbassa la testa, possa fallire miseramente così come fallito è questo governo e questa classe dirigente uscita non certo per meriti propri indenne dalle macerie di tangentopoli. Miserrimi politici di seconda fila che non hanno saputo cogliere un'occasione irripetibile, quella di dare una svolta al percorso di un paese che corre incoscente verso il suicidio sociale ed economico.

Anonymous said...

Gentile Sig. Punzi.
io provo una grandissima invidia per i camionisti. La provo perchè loro, contro lo strapotere di un governo stupido ed oppressore sono riusciti a trovare un metodo efficace di lotta. Pensa che se avessero fatto il solito corteo a Roma li avrebbero ascoltati ? Figuriamoci se ne sarebbero fregati. La mia azienda, a parità di utile, ha pagato QUASI IL DOPPIO DI TASSE e se trovassi un modo analogo per far sentire le mie ragioni lo utilizzerei subito. In Italia o sei nella mafia dei sindacati o del pubblico impiego, o non conti assolutamente nulla. Da parte mia se non fosse per la storia ultraottantennale di impresa avrei già chiuso per immergermi nel "Sommerso", come vedo faranno tanti miei colleghi e clienti a fine anno. Invece per ora terrò duro, sperando nei camionisti e , chissà, forse nella rivoluzione...
Saluti

JimMomo said...

Vi segnalo il commento che ho scritto per Decidere.net

Gabriele Porri said...

l'altro ieri sentivo sul tg3 del lazio che i tassisti potevano andare a prendere la benzina al deposito dell'atac, mi pare... e ho pensato: ecco, proprio quelli che quando scioperano effettuano i blocchi stradali e mandano le città in tilt, poi non subiscono gli scioperi altrui come normali cittadini :-(