Pagine

Tuesday, December 11, 2007

Libertà d'espressione e libera iniziativa

Riguardo il "caso Luttazzi", a mio avviso c'è qualcosa che andrebbe chiarito. C'è un'azienda che decide sulla linea dei suoi prodotti. Non è affatto tenuta a garantire a tutti la libertà di esprimersi. Altrimenti, non si vede perché ciascuno di noi, e non solo Luttazzi, non possa reclamare un diritto di tribuna su una rete televisiva nazionale. Se "La 7", sospendendo il programma, ha violato in modo illegittimo il contratto stipulato con Luttazzi, sarà eventualmente un tribunale civile a stabilirlo. Ma di un rapporto commerciale si tratta, non della libertà d'espressione, che resta garantita. Ciò che lo Stato non garantisce (in realtà in qualche caso lo fa, ma qui si aprirebbe un altro discorso, sugli aiuti all'editoria), sono i mezzi economici necessari a diffondere la propria opinione, o qualsiasi frutto della nostra libertà d'espressione, su scala nazionale. Se garantisse questi mezzi a qualcuno (direttamente, oppure obbligando le aziende private a farlo), dovrebbe garantirli a tutti i cittadini, nessuno escluso, ma non sarebbe uno Stato liberale. Va da sé, infatti, che l'indiscriminato accesso ai mezzi di produzione scoraggerebbe qualsiasi libera iniziativa. Nessuno investirebbe soldi in un'impresa sapendo di non averne il controllo.

1 comment:

Anonymous said...

Ciao Federico,
decisamente d'accordo con te. Al più continua a sfuggire la differenza tra il diritto di dire ciò che si vuole per strada o in casa propria (che se qualcuno è riuscito a dare del "buffone" a Berlusconi deve essere tra i più garantiti) e quello di farlo attraverso un mezzo di comunicazione la cui proprietà, gestione e linea editoriale è sotto il controllo di altri. Come in altri casi, più che il concetto di libertà, è quello di proprietà che a costoro difetta.
CJ