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Friday, December 14, 2007

Facce di bronzo

Con la sua consueta faccia di bronzo, il ministro degli Esteri D'Alema, non prima di aver chiarito a beneficio di orecchie molto, molto distanti, che non c'è stato alcun incontro con il Dalai Lama a livello governativo, ha voluto anche rivendicare che «il governo non è disposto a cedere a nessuna pressione nel suo sostegno per l'affermazione dei diritti umani in Cina». Così D'Alema, lo stesso giorno in cui appariva a tutti eclatante il buon esito delle pressioni di Pechino, evidentemente ritenendo gli italiani incapaci di intendere e vedere.

Lo stesso Tenzin Gyatso, da Ciampino, spiegava rammaricato che «non ci sono stati attacchi ufficiali, ma ci sono stati attacchi ufficiosi che hanno condizionato la disponibilità all'incontro e al dialogo da parte di alcune autorità pubbliche e di alcuni esponenti ecclesiastici».

I presidente della Camere, Bertinotti e Marini, si sono ben comportati e il Dalai Lama ha parlato in una delle sale più importanti e simboliche del nostro Parlamento. In "transatlantico" si è fermato ad «abbracciare affettuosamente Marco Pannella».

Una delegazione radicale (Pannella, Perduca, Cappato, Mellano, Della Vedova) ha incontrato nel pomeriggio di oggi il Dalai Lama per illustrargli l'iniziativa del "Satyagraha mondiale per la Pace", che nel 2008, soprattutto in coincidenza con le Olimpiadi cinesi, dovrebbe prendere vita e forma. I radicali vorrebbero alla testa della loro iniziativa gandhiana proprio il Dalai Lama, che però ha fatto notare come il governatore britannico fosse ben diverso dal governo cinese. Certo, la questione della democrazia in Cina è la chiave anche per altre situazioni come il Tibet, il Darfur, la Corea, la Birmania. Si rivedranno tra Natale e Capodanno a Dharamsala, in India, Pannella e il Dalai Lama, e comunque speriamo che riescano ad organizzare un'iniziativa credibile e concreta.

Che vi potessero essere dubbi sul fatto che Emma Bonino incontrasse il Dalai Lama è già emblematico della scaduta credibilità dei radicali al governo. L'incontro c'è stato, al Campidoglio, giusto il tempo per un "come stai?". «Tempi difficili?», ha chiesto la Bonino retoricamente. «Sì, tempi difficili, ma mai mollare, mai rinunciare», ha risposto il leader tibetano. Un "incontro" che la Bonino ha accettato che la Farnesina prima, D'Alema poi, declassassero a meramente personale, senza alcun valore politico e governativo.

Ma non osavamo nemmeno pensare che la Bonino non incontrasse, sia pure per pochi minuti, il Dalai Lama. Resta il fatto, ed è questo che conta, che nel '94 i radicali convinsero Berlusconi a incontrare il Dalai Lama. Nel 2003 protestarono rumorosamente perché non vi fu il bis. Il guaio, oggi, non è tanto non esserci riusciti con Prodi, quanto il non aver nemmeno tentato.

1 comment:

Anonymous said...

la faccia l'hanno già persa da un pezzo i pannelliani. tra un po' anche i voti. che cmq non supereranno quelli dei soliti vecchissimi pittoreschi aficionados.