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Thursday, December 20, 2007

Moratoria, successo sopravvalutato

La moratoria Onu sulla pena di morte è stata ignorata dalla stampa estera. Solo trafiletti sui quotidiani Usa. Intanto, negli Stati Uniti diminuiscono le esecuzioni - mai così poche negli ultimi 13; il New Jersey ha abolito la pena di morte dopo una moratoria de facto che dura dal '62; la Corte Suprema sta esaminando la costituzionalità delle iniezioni letali. Segni inequivocabili che i più efficaci strumenti per mettere in discussione la pena di morte sono la democrazia, lo stato di diritto. Dunque, la loro promozione e diffusione.

Dei 51 paesi mantenitori della pena di morte, 40 sono dittatoriali, autoritari o illiberali. In questi paesi, nel 2006, sono state compiute almeno 5.564 esecuzioni, pari al 98,8% del totale mondiale. Un paese solo, la Cina, ne ha effettuate almeno 5.000, circa l'89% del totale mondiale; l'Iran ne ha effettuate almeno 215. Negli Usa un film è senz'altro più efficace che una pronuncia della screditatissima Onu.

L'impegno per la moratoria non solleva il Governo Prodi dalla responsabilità di una politica estera poco attenta ai diritti umani, tanto più che è discutibile che tra questi rientri anche l'abolizione della pena di morte.

Stefano Vaccara, su America Oggi, racconta di aver stuzzicato il ministro D'Alema sull'incoerenza del governo. Ieri, durante la conferenza stampa, gli ha chiesto «perché proprio nei giorni in cui l'Italia con coraggio combatteva per far rientrare la pena di morte come una questione di diritti umani in seno all'Onu, il suo governo si rifiutava di incontrare il Dalai Lama in visita in Italia. La "Ragione di Stato", come ha alla fine confessato in tv Prodi, è dove si ferma la coerenza del suo governo a favore del diritto e della dignità umana che, in questo caso, dovrebbe valere anche per il popolo tibetano oppresso dalla Cina?»

«Al governo non è giunta una richiesta ufficiale...» di un incontro, ha risposto stizzito il ministro, che però si è trovato a condividere con Vaccara l'ascensore della Rappresentanza italiana all'Onu:
«... ritrovandomi di fronte il ministro, osservo che i tempi della visita del Dalai Lama sono stati "sfortunati"... "Mi spieghi perché?" mi chiede D'Alema con fare sarcastico. Lo aveva appena spiegato lui in conferenza stampa, dicendo che alcuni paesi potenti che avevano votato contro la moratoria sulla pena di morte non si erano comunque impegnati nell'ostruzionismo: "Ministro, ma se Prodi avesse incontrato il Dalai Lama chissà cosa la Cina avrebbe potuto combinare oggi all'Onu..." D'Alema ascolta. Noi lo provochiamo ancora: Bush ha visto il Dalai Lama. "Sì ma non alla Casa Bianca.." dice un funzionario. E allora? Prodi poteva incontrarlo a Piazza Navona! D'Alema ci guarda, accenna qualcosa ma poi dice. "Neanche il Papa lo ha incontrato, lei lo sa perché?" Certo, per la stessa paura vostra, quella di ritorsioni ai cattolici cinesi. Insistiamo: ministro l'Italia rischia tanto, però la cancelliera tedesca Merkel l'ha ricevuto il Dalai Lama e la Germania ha tanti interessi in Cina, significa forse che l'Italia non ha la stessa forza della Germania per non farsi imporrre chi può incontrare il suo capo del governo, è così? Le porte dell'ascensore si aprono. Una liberazione per il ministro dalle domande del cronista».
Una «giornata storica», per l'Italia all'Onu. «Eppure, al di là di ogni ipocrisia, dopo quelle dichiarazioni sulle "ragioni di stato", il governo italiano ha ancora molta strada da compiere prima di potersi ergere ad esempio per gli altri nella difesa dei diritti umani nel mondo», conclude Vaccara.

1 comment:

Anonymous said...

Ho scritto una breve rassegna stampa estera in varie lingue sulla moratoria. Non e' certo passata in prima pagina a titoli cubitali, ma non direi proprio che sia stata ignorata.