Pagine

Sunday, February 03, 2008

Nella CdL già ora convivono progetti diversi

Tra un Montezemolo e l'altro (quello che prima, come i sindacati, non vuole il voto subito e quello che poi ci ripensa e che "se non c'è un'intesa entro lunedì, meglio il voto subito" - anche se alcuni giornali e tg hanno fatto finta di non accorgersene), c'è eccome «un'agenda bipartisan», come ha scritto oggi - e dice da molto tempo - Mario Monti sul Corriere della Sera.

Se le principali forze politiche trovassero un accordo per resistere insieme ai corporativismi che si oppongono, facendo demagogicamente appello agli istinti egoistici dell'opinione pubblica, alle riforme di cui il Paese ha urgente bisogno, sarebbe un decisivo passo avanti.

Solo in apparenza va in questa direzione l'incessante appello dell'Udc per un governo di «responsabilità nazionale» da formare subito dopo le prossime imminenti elezioni. Ferma restando quell'«agenda bipartisan», di cui fanno parte riforma elettorale, riforme istituzionali ed economiche, è quanto meno sospetto che ancor prima di conoscere i risultati elettorali dall'Udc si prospetti già la formula della collaborazione tra le forze politiche.

Nasconderselo sarebbe delittuoso: la CdL è tutt'altro che unita e la ritrovata compattezza di oggi è solo apparente. Nel centrodestra già ora non c'è unità di intenti, convivono progetti strategici diversi, forse incompatibili. Lungi dal favorire un clima di reale e leale collaborazione con il Pd in chiave riformatrice, la linea di Casini (e forse di Fini), mirando prioritariamente al logoramento di Berlusconi, potrebbe produrre solo instabilità. Il governo di «responsabilità nazionale» sarebbe un'arma per far fuori Berlusconi e occuparne lo spazio politico dal centro, piuttosto che lo strumento per fare le riforme.

Certo, chiariamo subito che se Berlusconi, come Prodi in questa legislatura, si rivelerà fattore di ostacolo alle riforme, allora l'interesse di Casini si troverà a coincidere con quello del Paese.

2 comments:

Anonymous said...

E' più probabile che sia Casini di ostacolo a riforme vere.
Vuol solo ri-formare un ambiguo centro di potere e clientele. D'altronde che altro aspettarsi da un partito del centro-sud? Fino adesso ha tramato con D'Alema (altro probabile sconfitto, forse il principale - finalmente!!! - dal voto anticipato). Figuriamoci cosa ci si può aspettare da gente così.
Berlusconi, da outsider che ha imparato il mestiere politico, può invece tentare davvero la carta bipartisan con Veltroni per ridimensionare le ambizioni degli aspiranti successori. Ma solo dopo il voto. Prima non avrebbe alcun senso.

Alexis said...

Quanto a corporativismo (basta vedere chi ha sostenuto di più le "ragioni" dei taxisti) AN è assai peggio dell'UDC che dal canto suo fa la guardia alla spesa pubblica. I poli per come sono strutturati non sono in grado di fare nulla...