«La vita non è a disposizione di nessuno, nemmeno di se stessi». E' l'affermazione forte, pronunciata ieri da monsignor Betori, che ci aiuta ulteriormente a capire con chi abbiamo a che fare e di che cosa stiamo parlando. Dopo aver ripetuto che la Cei ha cambiato idea, arrivando ora a sostenere la necessità di una legge, solo a causa delle sentenze che le hanno dato torto, che hanno cioè risconosiuto il diritto del malato a sospendere i trattamenti medici, Betori ieri ha parlato chiaro: «Preferiamo non parlare di testamento biologico, ma di una legge sul "fine vita": la vita non è a disposizione di nessuno, nemmeno di se stessi. Il problema è proteggere la vita e rendere degno il momento della fine della nostra esistenza. Questo è il senso del nostro cedere al legiferare».
Se il testamento biologico «sottende il concetto di autodeterminazione dell'individuo in relazione alla propria morte», in una eventuale legge sul "fine vita" non dovranno esserci «aperture» a «una visione che va contro le radici cristiane della nostra cultura». In realtà, questa posizione sottende un semplice sillogismo: "la tua vita appartiene a Dio; noi siamo i suoi rappresentanti in terra; noi disponiamo della tua vita per conto di Dio".
Ci sia pure, concedono i vescovi, una «dichiarazione del paziente legalmente riconosciuta» che rappresenti «la volontà del paziente», ma a decidere dev'essere il medico. La volontà del paziente, purché espressa «in modo certo ed esplicito, diventa la volontà con cui si confronta il medico, non deve poi esprimere volontà contro la propria vita perché nessuno, neppure il malato, è padrone della propria vita».
Non è la prima volta né sarà l'ultima che la Chiesa cattolica attacca l'autodeterminazione dell'individuo e ci ricorda che gli ultimi 50 anni di aperture alla concezione dei diritti umani non bastano a cancellarne 1950 del loro opposto. E' l'unica cosa che Dio non perdonerà alla sua (?) Chiesa. Non riconoscere l'autodeterminazione dell'individuo, il diritto del malato a decidere della propria vita, va palesemente contro i principi costituzionali e i diritti umani così come codificati in tutte le nazioni dell'occidente democratico e le organizzazioni sovranazionali come l'Unione europea e l'Onu. Assume addirittura i contorni dell'eversione, quando a negare il principio di autodeterminazione, e a fare attività politica contro di esso, è addirittura una istituzione estesa e influente come la Chiesa cattolica che - è bene ricordarlo - si presenta con lo status giuridico di uno stato estero nei confronti dello stato italiano e delle sue leggi.
Occorre però fare attenzione anche a come si discute di questi temi, del caso Englaro, per esempio. Non accettare mai di discutere di come accertare la volontà del paziente con chi poi quella volontà, nei casi in cui fosse espressa di persona, in modo consapevole ed esplicito, è pronto a ignorarla. I due discorsi sono su due piani differenti e devono essere tenuti distinti. Una volta accettato il principio del rispetto della volontà del paziente, possiamo discutere di come accertarla, con tutte le garanzie del caso. Il 99,9% di coloro che in casi come quelli di Eluana sollevano dubbi sulla reale volontà del paziente e che sostengono che non sia possibile ricostruirla o riportarla sono in malafede, perché comunque, anche se fosse Eluana in persona a esprimersi oggi, come Welby, direbbero che non ha il diritto di porre fine alla sua vita. Non accettate di prendere in considerazione gli argomenti di chi non accetta che sia rispettata la volontà dell'individuo.
3 comments:
> gli ultimi 50 anni di aperture alla concezione dei diritti umani non bastano a cancellarne 1950 del loro opposto.
> Non riconoscere l'autodeterminazione dell'individuo, il diritto del malato a decidere della propria vita, va palesemente contro i principi costituzionali e i diritti umani così come codificati in tutte le nazioni dell'occidente democratico e le organizzazioni sovranazionali come l'Unione europea e l'Onu.
> la Chiesa cattolica che - è bene ricordarlo - si presenta con lo status giuridico di uno stato estero nei confronti dello stato italiano e delle sue leggi.
Mai, da quando leggo il tuo blog, ti ho visto infilare una dopo l'altra una tale serie di sciocchezze. Sul resto si può discutere.
Il resto è comunque abbastanza.
io, invece, pur leggendo poco il tuo blog, non condivido mai una sola parola di quello che scrivi. meglio cambiare aria definitivamente.
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