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Monday, November 17, 2008

Resistere alle tentazioni del protezionismo

Ci sono due messaggi positivi usciti dal G-20 di questo fine settimana. Il primo è che questi summit a 20 sono destinati a ripetersi presumibilmente andando via via a sostituire l'ormai limitato e datato G-8; il secondo è la rinnovata fiducia nel libero mercato e l'impegno - almeno a parole, vedremo se anche nei fatti - a resistere alle tentazioni protezionistiche, a non creare, bensì ad abbattere, le barriere nel commercio e negli investimenti. «Puntiamo ad un accordo quest'anno sul Doha Round», si legge nel comunicato finale. Mentre Mario Draghi, in qualità di presidente dello Stability Forum, spiega che il «sistema finanziario del futuro dovrà avere più capitale, meno debito, più trasparenza e più regole».

Un vigoroso atto di difesa del libero mercato è stato il discorso pronunciato dal presidente americano ormai uscente George W. Bush, giovedì scorso, a New York. Concetti poi ripetuti nei suoi interventi al summit.

Riconoscendo la necessità di mercati finanziari «più trasparenti e adeguatamente regolati», e di istituzioni come Fondo monetario internazionale e Banca mondiale più aperte alle nazioni in via di sviluppo, «più trasparenti, responsabili ed efficaci», Bush ha però sottolineato che «l'intervento pubblico non è una cura», ricordando come la storia abbia dimostrato che «la più grande minaccia al benessere economico non è troppo poco intervento del governo nel mercato, ma l'eccessivo intervento», come nel caso di Fannie Mae e Freddie Mac.
«C'è una lezione evidente: il nostro scopo non dovrebbe essere più governo, ma un governo più intelligente. Se le riforme nel settore finanziario sono essenziali, la soluzione a lungo temine ai problemi di oggi è una sostenuta crescita economica. E la via più sicura per quella crescita è il libero mercato... La crisi non è stata un fallimento del libero mercato. E la risposta non è tentare di reinventarlo. E' risolvere i problemi, fare le riforme, e andare avanti con i principi del libero mercato che hanno garantito benessere e speranza ai popoli di tutto il mondo.

Il capitalismo non è perfetto. Ma è di gran lunga il più efficiente e giusto modo di organizzare l'economia. Il capitalismo offre alle persone la possibilità di scegliere dove lavorare e cosa fare, di comprare e vendere i prodotti che desiderano, e la dignità che deriva dal trarre guadagni dal proprio talento e dal duro lavoro. Il libero mercato fornisce gli incentivi per lavorare, innovare, risparmiare, investire e creare lavoro. Il libero mercato offre a un marito e a una moglie la possibilità di avviare una loro attività, a un immigrato di aprire un ristorante, a una madre single di tornare al college e costruirsi una carriera migliore. E' ciò che ha permesso alle imprese nella Silicon Valley di cambiare il modo in cui il mondo vende i prodotti e cerca le informazioni. Che ha trasformato l'America da una frontiera rocciosa a una nazione che ha dato al mondo il battello a vapore e l'aereoplano, il computer e la TAC, internet e l'iPod... Le nazioni che hanno perseguito altri modelli hanno conosciuto esiti devastanti... Le prove sono inequivocabili: se vuoi crescita economica, giustizia sociale e dignità umana, il libero mercato è la strada che fa per te».
Anche Bush si è pronunciato contro il protezionismo, sostenendo che «importante come mantenere il libero mercato all'interno degli stati è mantenere la libera circolazione di beni e servizi tra gli stati».
«Tenere i mercati aperti al commercio e agli investimenti è necessario soprattutto durante periodi di crisi economica. Subito dopo il crack finanziario del 1929, il Congresso approvò la "Smoot-Hawley tariff", una misura protezionistica volta a separare l'economia americana dalla competizione globale. Il risultato non fu la sicurezza economica, ma la rovina. I leader mondiali devono tenere a mente questo esempio e respingere la tentazione del protezionismo».

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