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Monday, February 09, 2009

Con il "terzo partito" di Panebianco, ma con un "ma"

Ho letto e condiviso l'editoriale di oggi di Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera. Vorrei solo far notare a Panebianco che la posizione del "terzo partito" - di cui mi sento di far parte, ritenendo da molto tempo che sia meglio nessuna legge - non è però equidistante dagli altri due partiti. Al partito schierato «a difesa del diritto a morire» si possono imputare al massimo un errore strategico e una debolezza culturale. L'aver continuato a politicizzare il caso, invocando l'intervento del legislatore anche dopo le recenti sentenze favorevoli (sui casi Welby ed Englaro) rivela un malinteso sul ruolo dello Stato nel garantire la libertà dei cittadini, una sorta di "statolatria", che li porta a credere che non basti una "libertà da", una libertà come assenza di impedimenti e divieti. Quante persone, a differenza di quanto accadeva per il divorzio o l'aborto, vengono incriminate oggi per aver "staccato la spina" a un proprio parente? No, quel partito vuole per forza una legge che sancisca la "libertà di", anche a prezzo di ottenere l'effetto opposto.

Non si può però far finta di non vedere che le posizioni dei due partiti, se convergono nell'idealizzare lo Stato e la Democrazia, non sono simmetriche. L'esito legislativo per cui si batte uno dei due non è la morte di tutti i pazienti nelle condizioni di Eluana, ma la libera scelta lasciata alla persona e ai suoi cari, assistiti dai medici, come nella vita di tutti i giorni va e, anche secondo Panebianco, giustamente, dovremmo lasciare che vada. Dunque, perché non sembri prendere una facile via di fuga dallo scontro in atto, il "terzo partito" dovrebbe comunque ribellarsi a un ddl che nega questa scelta anche alle persone coscienti, com'era Welby, laddove si riferisce a persone non autosufficienti.

2 comments:

Anonymous said...

Mi sembra, con il dovuto rispetto a Panebianco che leggo e stimo, un'enorme cazzata.

I diritti per esistere devono essere enunciati, affermati, difesi, codificati. Punto.

Mi sembra grottesco che di fronte al martirio a cui è stato sottoposto il povero Peppino Englaro, si riesca a dire che tanto in fondo non viene perseguito nessuno per queste cose. Stasera non è potuto nemmeno essere ad Udine 'sto pover uomo, perchè domani aveva una causa a Lecco in cui gli volevano togliere la patria potestà.

Lasciare che la legge non si pronunci è proprio quello che vuole il Vaticano per poter meglio imporre la propria.
direi che in ballo è la laicità dello stato di diritto, niente di meno e questo è un tema che a Panebianco credo sia caro. Proprio per questo ho letto il suo editoriale con un certo sgomento.
Irriconoscibile.
Gmack

JimMomo said...

No, i diritti fondamentali ci sono comunque, ancora prima della loro codifica. E comunque sono già codificati nella costituzione, e ciò è bastato ai tribunali.

"Lasciare che la legge non si pronunci è proprio quello che vuole il Vaticano per poter meglio imporre la propria." Be', mi pare che ti sei perso qualche puntata, perché negli ultimi mesi proprio la Chiesa ha invocato a gran voce una legge, e la invoca ancora oggi.