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Friday, February 27, 2009

Ma chi danneggio nel voler scegliere per me?

Oggi su il Riformista:

Caro direttore, mi perdoni la schiettezza, ma la sua "preoccupazione", di "scivolare dal testamento biologico all'eutanasia", anche se in astratto comprensibile, mi sembra davvero fuori luogo qui ed ora. Non siamo in Olanda. Qui, oggi, stiamo correndo il pericolo di una deriva di senso opposto. Sta per essere approvata una legge che costringerebbe un cittadino pienamente capace di intendere e di volere, quindi in grado di esprimere una volontà attuale e consapevole, ad essere alimentato e idratato artificialmente contro la sua volontà. E se alimentazione e idratazione artificiali non sono trattamenti medici, allora non c'è alcun bisogno che siano praticate da medici e in strutture sanitarie. Tra l'altro, se non ci si può rifiutare di essere alimentati e idratati, lo stato non dovrebbe mantenere a sue spese chiunque pur essendo in grado smettesse di procurarsi da sé acqua e cibo? Ma tornando alla sua preoccupazione. Mi permetta, ma né lei né Dahrendorf (dalle parole riportate) avete spiegato quali sarebbero le "conseguenze collettive" di una scelta individuale che riguardi solo se stessi. Nel caso dell'aborto, c'è comunque in gioco una vita nascente. Ma nel porre fine alla propria vita in uno stato terminale irreversibile o in uno stato vegetativo, non riesco a vedere pericoli né danni per gli altri. Ove ce ne fossero, i danneggiati ricorrano alla magistratura. E' così che funziona in uno stato liberale: se c'è un danno, ci dev'essere per forza un danneggiato. Senza danneggiato, non c'è danno. Anche se in talune particolari circostanze, la mia morte fosse una "scelta" e non un "evento", dove esattamente potrebbe entrare in conflitto con la libertà di tutti? Nel suo articolo non trovo la risposta. Grazie.

2 comments:

Anonymous said...

"diceva Dahrendorf: «Ci si accorda su una norma restrittiva, e subito c'è una spinta ad allargarne le maglie e sorge la possibilità tecnica per farlo."

Un errore di argomentazione così banale e palese sarebbe un argomento? La cara vecchia "slippery slope" detta anche "signora mia dove andremo a finire". Allucinante. Questa gente va presa a pernacchie, non merita risposta.

Giuseppe Regalzi said...

Spero di leggere quanto prima una tua replica alla risposta di Polito... :-)