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Monday, November 08, 2010

Di farsa in farsa

E' una farsa anche la presidenza Obama, che solo oggi - dopo averle chieste e legittimate per due anni - si accorge che le elezioni in Birmania non potevano essere nient'altro che questo: una farsa. Il regime ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma la comunità internazionale - Stati Uniti e Ue in testa - le ha richieste a gran voce, ha insistito illudendosi di poter avviare un processo democratico nel Paese. Evidentemente così non è stato. I generali, come prevedibile, hanno mostrato buon viso a cattivo gioco: elezioni sì, ma a modo nostro. E chissà cos'hanno ottenuto in cambio dall'Occidente. Adesso ci ritroviamo con un Parlamento che gode comunque di una legittimità, sia pure solo formale, maggiore di prima (visto che erano vent'anni che non si votava); Aung San Suu Kyi ancora in catene; e le opposizioni democratiche divise. Un altro capolavoro di Obama e del buonismo internazionale.

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