Tempo fa qualche finiano un po' confuso e ignorantello, per giustificare il ruolo politico "attivo" (è un eufemismo) del presidente della Camera, paragonava Fini a Nancy Pelosi, come se la Speaker della House Usa potesse rimanere tale se ad un tratto si mettesse alla testa di un gruppetto di deputati per fare la fronda al presidente Obama. Pare che Fini abbia un buon rapporto con la Pelosi, che lascerà presto il ruolo di Speaker. Ma a quanto pare non è riuscito ad affascinare il presidente del Bundestag, Norbert Lammert, incontrato giorni fa a Roma. Nel suo recente giro per l'accreditamento nelle capitali europee (sfruttando le migliori chance di essere ricevuto per la carica istituzionale che ricopre in Italia), Fini aveva cercato di incontrare il suo omologo tedesco, il quale però, impegnato in un'importante seduta, non l'aveva potuto ricevere. Ma Lammert ha rimediato durante la sua recente trasferta romana.
I due si sono incontrati, ma il presidente della Camera tedesca, dello stesso partito della cancelliera Merkel, non deve essere rimasto ben impressionato, stando a quanto ha raccontato a Enzo Piergianni, di Libero: «Gianfranco Fini mi ha ricevuto con grande cortesia e mi ha raccontato di avere letto da qualche parte che io gli somiglio perché cercherei di mettere i bastoni tra le ruote all'azione di governo della cancelliera Merkel». In realtà, com'è fisiologico che sia, tra la cancelliera e il suo compagno di partito alla presidenza del Bundestag non sempre fila tutto liscio, per l'inevitabile dialettica tra il governo che ha fretta di far passare i suoi provvedimenti e lo scrupoloso rispetto delle procedure parlamentari. Ma niente di paragonabile a come sta interpretando il suo ruolo Fini. «Io gli ho risposto che la somiglianza proprio non esiste - spiega Lammert - Perché tra noi c'è una differenza fondamentale: io non ho l'ambizione di diventare il capo del governo. La guida di un partito la ritengo inconciliabile con la presidenza di un'assemblea legislativa. Io non potrei mantenere le due cariche contemporaneamente», perché «occorre essere al di sopra delle parti, con massima equidistanza e trasparenza».
Purtroppo, non sono concetti che ha condiviso con il nostro presidente della Camera nei 45 minuti di conversazione a Montecitorio: «No, perché nell'incontro Fini non ha chiesto la mia opinione sull'argomento. Se me l'avesse domandata, gliela avrei detta». Possibile che serva un "modello tedesco" anche per imparare un minimo di correttezza istituzionale? La cosa, naturalmente, è passata sotto silenzio, ma naturalmente a Berlino c'è molto imbarazzo per il "caso Ruby", quello sì, è passato.
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