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Monday, November 29, 2010

Sindrome da accerchiamento

Sbaglia il governo a dare l'impressione di denunciare l'esistenza di un complotto internazionale contro l'Italia, e infatti nel comunicato uscito venerdì da Palazzo Chigi si parla al plurale di «strategie». Se non ci sono elementi tali da giustificare l'evocare di una cospirazione, è tuttavia comprensibile il senso di accerchiamento che si respira per l'azione convergente di attori, per lo più interni ma non solo, che ansiosi di abbattere Berlusconi inevitabilmente finiscono con il danneggiare l'immagine e non solo del nostro Paese.

L'azione della magistratura, le cui inchieste ad orologeria raramente, svolta la loro funzione mediatica, portano a delle condanne (ora l'attacco a Finmeccanica); l'azione di gruppi editoriali dediti alla mistificazione e al fango mediatico-giudiziario; trasmissioni tv faziose che procedono per allusioni e si avvalgono delle dichiarazioni di mafiosi inattendibili per screditare i partiti al governo. Né in tutto questo può sfuggire la linea del tg di Sky, sempre più antiberlusconiano e di proprietà di Murdoch. E certo non fa bene al Paese quando una legittima opposizione antepone la guerriglia parlamentare per fiaccare Berlusconi ai contenuti di una riforma ritenuta importante.

Non certo di un complotto contro l'Italia si tratta, ma di una straordinaria - nel senso di estremamente estesa - congiunzione di poteri e interessi il cui unico fine - l'abbattimento di Berlusconi - viene perseguito a qualsiasi costo ("tanto peggio tanto meglio"), che sia anche l'immagine, l'interesse o la stabilità finanziaria del nostro Paese. E quanto più sentono l'odore del sangue, tanto più si scatenano. Da ultimo Wikileaks, che si inserisce in un quadro più generale di delegittimazione - non saprei quanto premeditata o frutto di una malintesa idea della trasparenza e del diritto all'informazione - delle democrazie occidentali e tra esse della più compiuta e potente, gli Stati Uniti, ma questo merita un post a sé.

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