Bush ripete ripete ripete, ma non spiega
Rinunciatario non si perde in spiegazioni, e proprio per questo non sulla difensiva, con messaggi diretti al pubblico
Sono state settimane durissime in Iraq, ma resteremo finché il lavoro non sarà completato. Se ci sarà bisogno di altre truppe o apparati, saranno impiegati. I piani saranno tutti pienamente rispettati - era importante ribadirlo - ribadito il passaggio della sovranità agli iracheni per il 30 giugno.
Il presidente ha mostrato massima determinazione perché un Iraq libero è vitale e strategico per la guerra contro il terrorismo, per gli iracheni, per l'America, per il mondo. Ci pensate, che cosa straordinaria, un Iraq libero proprio là, in mezzo al Medio Oriente? Il successo della transizione alla democrazia in Iraq sarà da esempio per tutti i Paesi della regione e una battaglia vinta che renderà più facili altre decisive vittorie nella guerra al terrorismo. Un presidente che non ha concesso nulla alla stampa, quasi non curante delle domande, per nulla sulla difensiva, ha eluso tutte le questioni che potevano essere approfondite, - anche quelle a suo vantaggio - battendo il tasto su due-tre concetti chiave, di principio, molto chiari e ripetuti a beneficio del pubblico a casa. Resta da vedere se questa strategia pagherà o se anche a casa è apparsa stucchevole e fin troppo rinunciataria. Preferiamo Blair, che non si tira indietro e si fa forte delle sue argomentazioni.
Il commento di Fred Barnes sul Weekly Standard: Bush «ignores the press at his press conference and takes his message of steadfastness in Iraq right to the American people».
La trascrizione della conferenza stampa
No comments:
Post a Comment