Si solleva la fazione estremista sciita. Una minoranza?
Chi e cosa sono dietro i miliziani del leader sciita fondamentalista Moqtada Sadr? Guerriglia e terrorismo in Iraq hanno numerosi volti, più di un padrino al di fuori dei confini iracheni. Ma il Consiglio di governo iracheno che prenderà i poteri a luglio saprà farvi fronte? Ha sufficiente credibilità presso gli iracheni? Saprà condurre il Paese ad un voto libero ed uscirne rafforzato? Il rischio è di consegnare il Paese - con elezioni solo apparentemente democratiche - all'area fondamentalista sciita che in questi giorni sembra voler mutare strategia passando alla lotta armata. Ci dicono che gli sciiti iracheni sono in prevalenza per uno Stato laico. Ma i nemici della democrazia in Iraq sono ancora molti e in Occidente non è ancora chiaro il valore strategico del nation-building iracheno. Se si molla troppo presto la presa sul processo politico, il governo iracheno attuale potrebbe non reggere. Se si resta troppo a lungo, ugualmente potrebbe nuocere alla credibilità interna quale governo indipendente. Un'internazionalizzazione ulteriore della presenza militare e politica, con l'Onu e la Nato, ma il potere agli iracheni, potrebbe migliorare la situazione. Non perché può convincere i fondamentalisti a non tentare di forzare la situazione o i terroristi a cessare gli attacchi, ma perché darebbe maggiore credibilità al governo iracheno e al processo democratico affinché godano del sostegno della popolazione. Leggi dal Foglio
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