«La più imbelle delle irrilevanze»
Questo rischia di essere l'Europa se scappa dall'Iraq
Avverte sul Corriere Ernesto Galli Della Loggia. Una ritirata in blocco del'Europa dallo scenario iracheno è scelta gravida di conseguenze innanzitutto per l'Europa, prima che per Bush e i neocons. In gioco c'è il rapporto che l'Europa ha con gli Stati Uniti, «quel rapporto di solidarietà politica, di cooperazione strategica e di consonanza culturale che è esistito dal 1945 in poi». Una «crisi verticale» e «non si creda infatti che un attuale nostro massiccio disimpegno dal fronte anti-islamista e anti-terroristico non avrebbe conseguenze durevoli e gravi, a qualunque partito appartenga il futuro presidente Usa». L'Europa deve saper «offrire alternative plausibili rispetto alle questioni effettive sul tappeto, non già formule vuote utili solo a coprire realtà assai poco nobili o scenari del tutto utopici, secondo quanto ama spesso fare la sinistra europea». Cosa potrebbe rappresentare «un'Europa staccata dall'America ma, com'è quella attuale, priva di autentica soggettività politica, priva di politica estera propria, priva di forza militare, priva di qualunque capacità di proiezione continentale» se non «il più docile pacifismo, il più arrendevole spirito di conciliazione sempre e comunque? Cosa potrebbe incarnare alla fine se non la più imbelle delle irrilevanze? Bisogna averlo chiaro insomma: in questi giorni, in queste ore, tra il Tigri e l'Eufrate non si gioca solo la sorte della presidenza Bush, dei neo-cons o degli americani, si gioca - e forse anche di più - il destino storico del nostro Continente e di noi europei». Leggi tutto
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