Cool, Calm Condoleezza Rice
Il commento dell'"evento" è di Tom Shales sul Washington Post.
Clifford D. May su National Review, «vigorous and unapologetic» per il CSM, Scoring the Rice testimony: «Not a question of who won, who lost, but work toward a consensus on how to protect America». La verità fa male, avverte John Podhoretz. Così riassume il NYPost. Secondo il Wall Street Journal, i commissari democratici hanno sottolineato i successi di Bush e volevano la guerra preventiva. Già, perché i commissari si sono fatti confondere dalla Condi, commenta Rocca. I democratici sono arrivati ad accusare Bush per non aver invaso «preventivamente» l'Afghanistan, nell'estate 2001.
Il fatto è che l'11 settembre non se l'aspettavano e li ha colti impreparati. Dopo l'elezione i predecessori hanno informato la nuova Amministrazione Bush del pericolo terrorista e di altre questioni di sicurezza nazionale. La minaccia era così seria che il presidente ha preso una decisione inusuale: non ha sostituito i vertici clintoniani dell'intelligence, ma ha confermato sia il direttore della Cia, George Tenet, sia il capo dell'Fbi, Louis Freeh, sia lo stesso Richard Clarke, sia tutta la squadra antiterrorismo dell'Amministrazione Clinton e «la prima importante direttiva sulla sicurezza emanata dall'Amministrazione Bush non riguardava né la Russia né la difesa missilistica né l'Iraq, ma l'eliminazione di al Qaida». L'Amministrazione prorogò le azioni intraprese da Clinton e puntò, nel medio-lungo periodo, a elaborare una «nuova e complessiva strategia per eliminare la rete terroristica di al Qaida». Ma inadeguatezze strutturali dell'intelligence hanno reso gli Usa impraparati. Ora, il grande evento ha modificato prospettive e mentalità.
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