Veltroni spiega a Bob Geldolf che il nodo sta nel «danno che le politiche protezionistiche dell'agricoltura occidentale procurano ai paesi emergenti e soprattutto a quelli africani, che a differenza di quelli asiatici e sudamericani sono ancora esclusi dalla delocalizzazione industriale. Veltroni, però, dovrebbe evitare di generalizzare sulle responsabilità globali, e individuare meglio chi si oppone e chi no a una liberalizzazione del mercato agricolo.
La soluzione realistica, cui si richiama Veltroni, non può convivere con la demagogia altromondista. O si sta con Wto e Banca mondiale o con Chirac e i rockettari no-global». Leggi tutto
Il Foglio
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