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Friday, August 18, 2006

Attacco al liberalismo. Da più fronti

Il liberalismo occidentale potrebbe avere lo stesso destino del marxismo. Non sono parole di Wojtyla, che dopo la caduta del comunismo in Europa ha concentrato la sua azione critica nei confronti del consumismo, del capitalismo e degli stili di vita dell'Occidente liberale. Né sono le parole di Papa Ratzinger, che sta proseguendo ancora più energicamente su quella via, contro «la dittatura del relativismo». Ma potrebbero esserlo di entrambi.

Si tratta, invece, dell'ultima "lucida" analisi di Ahmadinejad, che trova più di una sponda in Vaticano: «Abbiamo visto cosa è accaduto al marxismo e ora vediamo costa sta accadendo al liberalismo occidentale. Quello che accade in Libano indica la fine delle potenze politiche che si muovono fuori delle ideologie religiose e rende chiaro che in futuro saremo testimoni dell'aumento della tendenza verso la spiritualità da parte della gente», ha detto in un discorso all'Università di Teheran (AdnKronos del 10 agosto, ore 18,35).

Un'analisi perfetta, in poche righe, di questa «guerra alla modernità», l'abbiamo letta su Formamentis:
Abbiamo capito che qui (nell'attuale congiuntura storica) si fa la guerra alla modernità, non tanto alla tecnica, ma alla sua invasività, che porta al mutamento delle strutture sociali, fino ad arrivare a quell'illuminismo drastico che conduce gli uomini alla promiscuità e al relativismo etico e morale. Quell'espressione, "il modo di vivere occidentale", significa questo. Noi diremo che è liberalismo, cioè cercare il massimo della libertà individuale nel rispetto delle libertà altrui, e promuovere una sostenibilità sociale del principio, sostenibilità negata fin da subito sia dal fondamentalismo che dal neoconservativismo cattolico. Il guaio della modernità è che comporta una certa crisi permanente dell'identità, un lasciarsi continuamente alle spalle l'idea di una tradizione, e piuttosto di perdere l'identità, e cadere nel travaglio permanente, qualcuno è disposto financo ad immolarsi (la paura della crisi genera mostri). Questa avversione alla modernità potrebbe essere l'ultimo banco di prova, o ne usciamo o soccombiamo, però almeno sapremo.
Due considerazioni. Quello di certi cattolici, ma direi più delle gerarchie vaticane, e dei "laici" devoti che cercano di strumentalizzare la religione a supporto della Tradizione, è più reazione che conservatorismo. Il conservatorismo è compatibile con la modernità. E' la tendenza d'animo non al rifiuto, ma alla cautela e alla riflessione su ciò che dal passato è utile portarsi dietro come bagaglio verso il futuro.

I fondamentalismi sanno di non poter fare a meno della tecnica, ma sono spaventati dal mutamento delle strutture sociali che provoca il suo libero uso. Per questo, propongono, e dove vi riescono se ne servono, sistemi politici totalitari con i quali prendono il monopolio dell'uso della tecnica e controllano, o s'illudono di contrallare, i mutamenti sociali.

1 comment:

Anonymous said...

guarda, sono d'accordo sull'ultima farse che hai scritto, il resto sono cazzate (il pensiero liberale ha 500 anni per esempio nioente di particolarmente moderno il termine conservatore è il termine che usano i comunisti per chiamare chi sostiene il sistema capitalista, non è vero che la gp2 ha avversato il capitalismo, anzi, eccetera eccetera).

quando ci sono di mezzo i cattolici e l'islam secondo me non ragioni più: mi sembri una fallaci al contrario.