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Thursday, August 10, 2006

Non abbiamo appreso nulla dalla Sarajevo del 1914 e dalla Monaco del 1938?

Se vogliamo avere un'idea di cosa succedeva in Europa nel 1938, basta guardarci intorno

Uno che ha capito la natura della minaccia è Marco Pannella, che con un duro comunicato annuncia per sabato una conferenza stampa: «Non c'è un solo giorno da perdere. O divampa la mobilitazione - italiana, europea, parlamentare, politica, nonviolenta radicale, immediata - per salvare Israele, o divamperanno Israele e il mondo, poiché nessuno sembra voler scorgere, presentire, il già vissuto per il mondo, dalla Sarajevo del 1914 alla Monaco nazi-pacifista del 1938».

Pannella sembra l'unico ad aver capito l'importanza dell'intervista del presidente libanese, filosiriano, Lahoud, oggi al Corriere: Hezbollah è «parte integrante dell'esercito libanese... La milizia combatte come i vietcong. E io sono con loro». «Il puzzle ha ora tutte le sue tessere», per il leader radicale una «conferma che Israele si è mosso appena in tempo, in incomprensibile, grave, colpevole, ritardo contro la grande, pluriannunciata replica dell'atto di guerra delle Due Torri dell'11 settembre 2001. Replica incommensurabilmente più ambiziosa, più grave, mortale, condotta e lanciata, ai suoi confini, dal territorio avanzato di Iran e Siria, e dallo sconfinato fronte del terrorismo e del neo-fondamentalismo ateo-musulmano animato da Bin Laden, da Al Qaida... "Sproporzionata", apparve per il nostro Ministro degli Esteri la "reazione" di Israele. "Ma sproporzionata a che, di grazia?" chiedemmo subito. I fatti ora dimostrano che la reazione di Israele oltre che tardiva è stata probabilmente "sproporzionata per difetto" rispetto all'obiettivo mortale del quale può già ora, già in queste settimane, essere vittima».

In Libano è «venuta alla luce una realtà ben più grave di quella evidentemente sospettata e volutamente ignorata in primo luogo dall'Europa di quegli Stati nazionali che stanno tornando di fatto a scomporla, negarla, asservirla, subordinarla. L'Onu rischia di ridursi a maceria politica, burocratica, etica sotto la quale vengono sepolte la sua missione e i suoi obblighi costitutivi...»

E' «surreale», scriveva qualche giorno fa Victor Davis Hanson, rileggere oggi le parole di Chamberlain, Daladier, e Pio XI, o i discorsi di Charles Lindbergh, o Padre Coughlin. «Anche la nostra attuale generazione è sull'orlo dell'insanità morale», non riuscendo a distinguere tra la reazione di una democrazia attaccata e i sui aggressori. «Sì, forse Israele poteva colpire più velocemente, più duro; sì, ha condotto una inadeguata campagna di relazioni pubbliche... ma si è perso di vista il tema morale centrale dei nostri tempi: una democrazia aggredita da una guerra asimmetrica sta cercando di proteggere se stessa contro terroristi giunti dal VII secolo...»

In breve, conclude amaramente Davis Hanson, «se vogliamo avere un'idea di cosa succedeva in Europa nel 1938, basta guardarci intorno».

4 comments:

Anonymous said...

Questi ultimi due post mi sembrano molto ideologizzati.
Un paio o più di post fa ti ho scritto (e in teoria a Panella) che "bisognerebbe saper discernere sostanza e realtà dalla propaganda. E non farla, a nostra volta". Mi sembra che ci siete cascati in pieno.

Parlare di islamizzazione delle masse arabe (che esiste ed è il risultato della fallita laicizzazione del mondo arabo-musulmano), legando tale concetto a Siria, Iran e presentando Al Qaida come loro quintacolonna, mi sembra francamente il tentativo di trasmettere l'immagine costruita di un minaccioso monolite con turbante, mezzaluna e bandiera verde. Cosa non vera, perchè se è vera una cosa è proprio la divisione e la frammentazione del quadro politico-sociale-etnico dei paesi musulmani. Senza dimenticare che gli Iraniani non sono arabi, ma persiani. E senza dimenticare che i protagonisti di questa presunta santa alleanza anti-occidentale o anti-democrazia se le danno di santa ragione ogni santo giorno in quel di Bagdad, Najaf, Kerbala, Mosul. Così come Fatah e Hamas se le davano fra loro.

Per replicare con una battuta sul Libano, la classe dirigente libanese è prigioniera non solo di Damasco e Hizbollah, ma in primo luogo di se stessa. Il Libano è un non-stato condannato all'impotenza, se non riesce a darsi un valore fondante che cancelli la struttura confessionale in favore di un modello veramente laico. Ti consiglio di leggere qualche opera di Georges Corm al riguardo.

CAGNACCIO

Anonymous said...

Una demoscrazia minacciata da terroristi fondamentalisti è già cosa sufficiente per farmi schierare con Israele.

Ma, a differenza tua, caro Jim, non preferisco essere più filo-israeliano degli israeliani stessi.

Insomma, ti leggo da diversi mesi, ma ultimamente vedo emergere una posizione che dire "ideologizzata" mi sembra poco.

Non mi riferisco a questo specifico post ma all'insieme degli scritti sul tema Libano.

Trascuri di spiegarci perchè questo conflitto dura ormai da 60 anni.

Per capire che Nixon sbagliava con gli europei su Nasser ci son voluti decenni.
Quanto ci vorrà per capire che anche (e soprattutto) le democrazie fanno errori?

E se non li analizziamo, tra 60 anni staremo ancora qua a parlare del Libano di turno.

Giuseppe.

JimMomo said...

Ahi, ahi, le caviglie! Caro Cagnaccio, sei proprio un cagnaccio...
;-)

Il mondo islamico non è affatto un monolite e trarre la conclusione che io penso questo vuol dire non aver letto questo blog.

Giusto nel post precedente, si spiega come vedo tra Al Qaeda e l'Iran non un'alleanza, ma una competizione per la guida del jihad. Mi si permetterà però di far notare che l'effetto distruttivo, sul Medio Oriente e sull'Occidente, è il medesimo.

No Giuseppe, qui io non trascuro affatto perché questo conflitto dura da sessant'anni. Ho esposto in decine di post la mia lettura (ma non è mia, è di molti autorevoli storici) delle origini del conflitto arabo-israeliano, cercando di spiegare la tesi di chi sostiene che la natura di questo conflitto abbia via via cambiato natura e soffermadomi sui molti errori delle democrazie.

Dimmi tu, piuttosto, quali sono questi errori.

Anonymous said...

confesso di non legger abitualmente questo blog e di esserci arrivato tramite un link di "formamentis". Quindi, non pretendo di conoscere a fondo il tuo pensiero: ma sposando la stramba teoria di Panella (quella sulla vigilia di una nuova Monaco 1938), mi era parso che ti spostassi pericolosamente verso la sua tendenza di fare di tutta l'erba un fascio, anzi di tutta la malerba araba un fascio-islamismo.

cagnaccio