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Saturday, August 12, 2006

Non c'è tempo da perdere: Israele subito nell'Ue

Sono innegabili gli errori, militari e politici, commessi dall'attuale leadership israeliana. La preparazione delle milizie sciite a un conflitto ha colto di sorpresa l'esercito e il governo di Gerusalemme e una vittoria netta, militare e politica, su Hezbollah e i suoi sponsor a Damasco e Teheran, è ancora lontana e tutt'altro che scontata. Fermandosi ora, Israele lascia alle risoluzioni dell'Onu, con ben poche possibilità di riuscita, di portare a termine il lavoro iniziato, in realtà con molti errori tattici e strategici difficili da correggere all'ultimo minuto. A questo punto, l'obiettivo minimo è raggiungere il fiume Litani, per liberare il territorio israeliano almeno dalla minaccia dei razzi Katiuscia, e (magari!) la valle della Bekaa.

L'azione militare non basta quindi, nei termini in cui Israele la sta conducendo in Libano. Tsahal ha di fronte una guerriglia sofisticatissima, che all'occorrenza sa combattere anche una guerra di tipo tradizionale, persino di posizione, e capace di affrontare il nemico che avanza. Dispone di un alto potenziale di armamenti e di continui rifornimenti.

La Guerra del Vietnam dovrebbe averci insegnato che è pressoché impossibile avere ragione di una guerriglia senza colpire le basi da cui arrivano armi, comandi e intelligence. L'Iran, e la Siria, aiutano attivamente le milizie Hezbollah. Dalla base di Anjar, sede della Decima Divisione dell'esercito siriano, nel territorio siriano a pochi chilometri dalla cittadina libanese di Az Zabdani, arriverebbero a Hezbollah i rifornimenti, gli ordini e le informazioni di intelligence dai siriani e dai Guardiani della Rivoluzione iraniani contro l'esercito israeliano. Tali obiettivi, in Siria, e anche in Iran, dovrebbero essere colpiti.

L'azione militare non può bastare. Raccogliamo l'appello di Pannella e dei radicali: occorre subito una mobilitazione, «italiana, europea, parlamentare, politica, nonviolenta radicale, immediata», per salvare Israele, e non solo. «Nessuno sembra voler scorgere, presentire, il già vissuto per il mondo, dalla Sarajevo del 1914 alla Monaco nazi-pacifista del 1938». Ci vuole subito Israele nell'Ue e nella Nato.

Pannella ha sottolineato che mai come oggi ci troviamo di fronte alla «criminale attualità e imminenza di un attacco a Israele volto ma anche, questa volta, adeguato a cancellarne l'esistenza dalla faccia della terra». Il leader radicale ha chiamato in causa le responsabilità, gli errori, delle classi dirigenti a Bruxelles e a Gerusalemme, che hanno scelto le prime «l'Europa gollista delle patrie contro la patria europea», le seconde la carta nazionalistica, di cui il criterio "territori contro pace" è l'ultima sintesi, della difesa di Israele, che è costata danni enormi in vite umane e nell'immagine.

Israele è invece «realtà europea», la sua storia è la «sintesi» della storia dei popoli europei.

4 comments:

Mauriziosat said...

Israele in europa sarebbe la cosa più auspicabile del 21° secolo.

a questo punto bisogna prendere pannella a sonore sculacciate.

Cosa parla a fare, Pannella, se non ha nessun peso politico .
Se si è infognato nell'avventura opportunistica con i socialisti in un unione di antisemiti e cechi PACIFINTI.

Dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa al popolo dei radicali.

Ha scelto la sinistra ......ed allora pedalare , in tandem, con quel pericoloso idiota di prodi.

lo vada a dire a Pecoraro a Rizzo od a Cento .
Voglio proprio vedere che gli rispondono mentre si sitemano la kefia'.

Anonymous said...

israele nell'UE?!?!?! Che cazzo ti hanno fatto gli ebrei per meritarsi questo?
Che sei diventato antisemita? :-)
Gia me li immagino fare i conti con le quote pompelmo o costretti a comprare le scarpe italiane perchè la bonino ha messo i dazi a quelle cinesi.

Mauriziosat said...

c'è un problema demografico che mina la sopravvivenza di Isralele.

Le persone che vivono nel benessere, fanno pochi figli.
Gli israeliani sono sopra la media per ragioni culturali ma sono accerchiati da masse incolte che hanno la prole com eunica risorsa e che si moltipliano come conigli imbottiti di viagra.

L'unica speranza per l asopravvivenza di Israele è l'uscita dalla situazione di isolamento.

Tra 20 anni gli arabi israeliani saranno più degli ebrei ed a quel punto israele cesserà si esistere coem entità autonoma.
Perchè per loro stessa ammissione i musulmani di tutto il mondo sono prima di tutto fratelli musulmani e poi cittadini del loro stato.

QUINDI : dentro la Turchia ed anche Israele.
Avanti con una costituzione europea di carattere liberale e con POCHE REGOLE FONDAMENTALI e non il tomo ridicolo che volevano poporci i burocrati.

Anonymous said...

io, da Sinistra, lo dico da anni.

Chiaramente dal mio punto di vista , da ragioni più serie di quelle del pagliaccio Pannella.

Sicurezza per Israele (l'ingresso nella Nato) in cambio della fine delle politiche coloniali israeliane (le regole sui diritti umani dell'Unione)


Entrambe le cose indipendentemente da quel che faranno i Paesi arabi e le organizzazion TERRORISTICHE come hamas , jihad e al fatah