La giunta militare birmana dimostra ancora una volta di non avere scrupoli. Come temevamo, sta cercando di lucrare sugli aiuti. Non concede l'ingresso dei cooperanti stranieri e delle squadre di soccorso. Vuole distribuire da sé gli aiuti, i carichi di cibo e medicine inviati dalla comunità internazionale.
Un aereo cargo è stato addirittura respinto perché vi erano esperti di valutazione dei disastri e un gruppo di giornalisti senza visto. «Il Myanmar non è in grado di ricevere gruppi di giornalisti o di cooperanti di paesi stranieri. Al momento il Myanmar dà la priorità a ricevere e a distrubuire con le proprie risorse gli aiuti alle regioni colpite dal ciclone», si legge nel comunicato dei generali. Posizione che a maggior ragione vale per gli Stati Uniti: benvenuti gli aiuti umanitari, ma i soccorritori stranieri non possono entrare. Lo ha ribadito il viceministro degli Esteri all'incaricato d'affari americano, il quale sottolinea come i militari «non siano pronti» a cambiare linea di comportamento.
Un carico di 38 tonnellate di aiuti è stato persino confiscato dal regime. Fatto che ha indotto il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) a sospendere nel pomeriggio i voli umanitari diretti in Myamnar: «Abbiamo avviato discussioni con il governo del Myanmar e auspichiamo di arrivare a presto a una soluzione», ha dichiarato una portavoce. Successivamente, il Pam ha poi confermato altri due voli per domani, ma proseguono le discussioni con il regime sulla gestione degli aiuti.
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