«Ci hanno di fatto sequestrato per almeno venti minuti. Lì fuori erano più di un centinaio, tutti dei Collettivi di sinistra. Non potevamo uscire. Poi hanno cercato di sfondare la porta prendendola a calci. Gridavano: "Dimettiti o ti mandiamo via noi", "Non ti faremo più insegnare", "Non potrai più mettere piede qui"». E' il racconto al Corriere del preside di Lettere, Guido Pescosolido, che l'altra mattina si è sentito dire alle spalle "Senti, preside, ma quanti figli hai?". «Temo per la libertà di insegnamento e la stessa vita democratica della facoltà. Alcuni colleghi, per esempio Lucetta Scaraffia, mi hanno segnalato casi in cui gruppi dei Comitati hanno tentato di far sospendere le lezioni o di imporre una discussione su fascismo e antifascismo...»
Il sequestro e la tentata aggressione del preside di Lettere da parte dei collettivi chiariscono una volta per tutte la sostanza del "caso Sapienza". Una facoltà, se non tutto l'ateneo più grande d'Italia, è nelle mani dei collettivi di sinistra. E' così da sempre e i presidi, il rettore, le autorità accademiche, oggetto di aggressioni e intimidazioni, hanno gravissime responsabilità per aver sottovalutato il fenomeno e, in alcuni casi, favorito e legittimato (per simpatia ideologica o vicinanza politica) una vera e propria egemonia che ormai è andata oltre la vita "politica" della facoltà, arrivando a minacciare il semplice funzionamento dell'istituzione.
Come mai l'università è in mano a questi gruppi di estrema sinistra che fanno il bello e cattivo tempo, che decidono quali convegni possono tenersi, chi può parlare e chi no, e che sono in grado di piegare alle loro volontà autorità accademiche ideologicamente compiacenti? "Chi è che decide se si può o non si può tenere un convegno", si chiede ora il preside di Lettere Pescosolido. Dovrebbe saperlo benissimo, visto che ha ceduto alle pressioni dei collettivi e annullato il convegno sulle foibe. Siamo al paradosso che anche se condannati, i ragazzi della rissa di martedì scorso potranno comodamente tornare a occupare aule, corridoi e piazzali. Mi permetto di avanzare una proposta al governo: renda possibile l'immediata espulsione di quanti turbino il regolare svolgimento delle attività accademiche e provochino disordini all'interno o in aree circostanti le università; e l'accesso in ateneo sia consentito soltanto agli iscritti dotati di tessera personale.
3 comments:
Per dirla in maniera piu' completa:
- chi e' arrivato per picchiare e' stata una parte sola.
- chi vuole parlare di Foibe e' benvenuto, ma se e' uno condannato per banda armata qualche problema ce lo vedo
questa da wikipedia in inglese
http://en.wikipedia.org/wiki/Roberto_Fiore
"He was condemned for association to an armed subversive gang (associazione sovversiva e banda armata)."
l'omologa parte italiana e' stata oscurata
Sono un ragazzo di 24 anni, orgogliosamente ANTIFASCISTA, ma gli avvenimenti di questi giorni mi hanno lasciato sconvolto... Come si fa a pensare di impedire a chi che sia di fare un convegno solo perchè l'argomento e contro le proprie convinzioni? come si può impedire ad una ragazza di fare un'esame solo perchè di an? chiunque impedisca ad altri di manifestare il proprio pensiero è FASCISTA dentro, anche se porta il Chè tatuato... credete sia giusto zittire chi la pensa in modo diverso??? condividete davvero il comportamento di questi giorni di alcuni collettivi? secondo me è assurdo usare la forza per reprimere la libertà di espressione ... Mussolini utlizzava metodi simili...
Allora credo che non avrai alcuna esitazione nel condannare i collettivi di torino, che hanno in maniera del tutto arbitraria impedito ad una ragazza di An di sostenere un esame solo perchè ha idee diverse dalle loro!!!
Se questi sono i collettivi....
Post a Comment