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Tuesday, July 28, 2009

Il Nord continua a pagare e il Sud a sprecare

Al di là degli stucchevoli personalismi e delle pretese dei singoli che cercano di far carriera cavalcando facili slogan per il Mezzogiorno, l'unico modo giusto di inquadrare il solito piagnisteo meridionale sugli aiuti pubblici è quello di Alberto Bisin, oggi su La Stampa, dall'emblematico titolo: "E il Nord continua a pagare". E infatti tutti i dati, come aveva già ricordato ieri Nicola Porro su il Giornale, indicano che il Nord continua a pagare e il Sud a sprecare.

Il reddito pro capite della Lombardia (dati Eurostat 2005) è da 60 anni circa il doppio di quello della Campania, della Calabria o della Sicilia, osserva Bisin. Dai dati del Ministero delle Finanze (elaborazione Centro Studi Sintesi, 2005) risulta che «l'eccesso di spesa pubblica sui tributi raccolti da Stato e Regioni (disavanzo pubblico totale per Regione) è pari a quasi duemila euro pro capite in Campania, a oltre tremila in Calabria, a tremila e cinquecento euro in Sicilia. I contribuenti lombardi invece versano allo Stato cinquemila euro pro capite in eccesso di quanto ricevano; e duemila i piemontesi».

E accanto a questi trasferimenti "ufficiali", c'è un trasferimento "sommerso", occulto. Nelle regioni meridionali l'evasione fiscale risulta maggiore che in quelle del Nord (dati Agenzia delle Entrate, medie 1998-2002): la Calabria, secondo queste stime, avrebbe un rapporto evaso/dichiarato del 93,89 per cento, la Sicilia del 65,89 per cento, la Puglia del 60,65 per cento, la Campania del 60,55 per cento, la Sardegna 54,71 per cento e il Molise del 54,61 per cento. Mentre le regioni più virtuose sono risultate la Lombardia, con un rapporto evaso/dichiarato del 13,04 per cento, l'Emilia Romagna con il 22,05 per cento, il Veneto con il 22,26 per cento e il Lazio con il 26,05 per cento.

Insomma, il flusso dal Nord al Sud, dalle regioni ricche a quelle povere, non si è mai interrotto. Giusto che sia così, ma se nel corso dei decenni nulla cambia vuol dire che qualcos'altro non va. Il problema, conclude correttamente Bisin, è che «la spesa pubblica nel Sud ha un forte carattere clientelare e ha alimentato una classe di politici e amministratori locali tra le peggiori d'Europa. La gestione della questione rifiuti in Campania, della spesa sanitaria in Calabria, Puglia, e ancora Campania sono casi eclatanti ma niente affatto anomali. Per quanto l'intero Paese sia caratterizzato da un sistema pubblico enormemente inefficiente, la situazione al Sud è addirittura indegna di un Paese sviluppato».

«Proprio nelle Regioni in cui la spesa sanitaria è maggiormente fuori controllo - nota l'economista - i servizi sanitari sono carenti e i malati sono costretti a curarsi altrove». E la situazione è del tutto simile nell'istruzione, come dimostrano la classifica degli atenei stilata dal ministro Gelmini e i test Pisa (Ocse, 2006). Più spesa, meno qualità. Non è una questione di reddito né di soldi pubblici. «La verità è che la spesa pubblica è gestita al Sud in modo spaventosamente clientelare e quindi inefficiente».
«Tali squilibri - conclude Bisin - sono insostenibili nel medio periodo, specie in un Paese gravato da un debito pubblico enorme e da un fisco tanto asfissiante quanto inefficiente. In questa situazione, il governo irrigidisce giustamente i cordoni della spesa e la classe politica che rappresenta il Sud fa quello che è stata eletta per fare: chiede finanziamenti, sussidi, e posizioni di governo da cui poter elargire finanziamenti e sussidi. Per questo la rigidità finanziaria del ministro Tremonti è tanto impopolare quanto importante. Data la situazione in cui versa l'amministrazione locale nel Mezzogiorno, il governo fa bene nel breve periodo ad accentrare i centri di spesa per investimenti al Sud. Ma una riproposizione della Cassa del Mezzogiorno sarebbe un grave errore. Nel medio periodo è necessario che gli elettori siano, in ogni parte del Paese, responsabili fiscalmente della spesa dei propri amministratori. Solo allora gli amministratori locali e i governatori regionali saranno eletti sulla base della loro capacità di favorire lo sviluppo e non di produrre sussidi. Ne guadagnerà il Nord, ma soprattutto il Sud».
Questa volta stiamo con il ministro Tremonti: si tenga stretti i soldi e li conceda solo per progetti concreti e verificabili, non per gonfiare la spesa corrente.

1 comment:

adriano said...

Mi tocca intervenire di nuovo su questo sconsolato e triste blog, dopo tanto tempo. Un post così è francamente imbarazzante. Non solo le tue argomentazioni sono da bar da 'mario' degne del peggior personaggio di una canzone di ligabue filo morattiano, ma sono totalmente prive di qualsiasi adesione con la realtà. Invece di startene, starvene col culetto sulla sedia, alzalo e vai a vedere come si vive al sud e come si vive al nord; alzalo e vai a vedere chi sgobba nei peggiori posti di lavoro al nord (come quarantanni fa quelli del sud); alzalo e vai a vedere qual è la vera mafia finanziaria che impone, da piazza affari e di concerto con le cose nostre, il solito tran tran dei soldi che arrivano giù e finiscono nelle solite tasche. Invece di preoccuparti del fatto che a Pordenone una disturbato come il sindaco impone una legge che non consente di sostare in strada in due persone nel centro storico, invece di preoccuparti del fatto che i tuoi amici della Lega sbraitano contro il dialetto romano nelle fiction e poi nelle loro classi vogliono imporre il bergamasco. Mi viene da ridere quando citi quello che dice che la spesa al sud è gestita in modo clientelare; buon dio!! ma i moratti a milano non hanno neanche bisogno di gestirla la spesa, ogni centesimo passa dalle casse della loro famiglia, altro che clientelare; il privato è pubblico (no, forse il contrario) diceva un vecchio slogan degli anni'70 , proprio come fanno i moratti, alla faccia del malcostume sudista.
A proposito, tu e i tuoi piccini amichetti liberal non vi sentite orfani di quel castrato di George Bush?
Certo che l'Iran de sti tempi sarebbe così ghiotto eh... mmm sangue sangue dei cattivi dittatori a noi!