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Monday, July 13, 2009

Il G8 chiude una pagina?

«... Di Obama mi ha anche colpito l'attenzione e la sensibilità con cui si è riferito alle figure che rappresentano ruoli diversi in Italia: il capo dello Stato e il presidente del Consiglio. Ruoli che, come sappiamo, in America si identificano nella stessa persona, l'inquilino della Casa Bianca, mentre così non è da noi e Obama ha dimostrato di esserne perfettamente consapevole».
Così il presidente Napolitano, nel colloquio di ieri con il Corriere della Sera, in cui tra l'altro ha sottolineato come il G8 abbia rappresentato «indubbiamente un riconoscimento e un successo per il presidente del Consiglio, Berlusconi», e chiesto «un clima più civile, corretto e costruttivo nei rapporti tra governo e opposizione». Ma quel passaggio sulla distinzione tra i ruoli istituzionali di presidente della Repubblica e del Consiglio, di cui Obama si è dimostrato «perfettamente consapevole», è la spiegazione autentica di Napolitano dei diversi apprezzamenti rivolti dal presidente Usa a lui e a Berlusconi, in cui alcuni invece ancora una volta hanno voluto vedere una critica "per contrasto" nei confronti del premier.

Se persino Scalfari, su la Repubblica, ha dovuto ammettere il «successo» di Berlusconi, riconoscimenti sono giunti anche da altri giornali stranieri: «Da playboy a uomo di Stato», ha titolato il Financial Times. «Silvio Berlusconi sembra aver vinto la scommessa sul G8. In tre giorni ha zittito i critici e tranquillizzato gli alleati». Esagerato il Die Welt. «L' Italia ha dimostrato ancora di quali capolavori d' improvvisazione sia capace: forse bisogna considerare un cambio di paradigmi sulla sua posizione in Europa». E addirittura: «Se il mondo fosse in mani italiane, dovremmo preoccuparcene poco».

Con il G8 della scorsa settimana dovrebbe essere calato il sipario sia sul Berlusconi "gaffeur" (ce lo auguriamo), sia sulle continue accuse da parte dei suoi nemici di non rappresentare degnamente l'Italia all'estero. Difficile, dopo questo G8, che la politica estera possa essere usata come arma polemica contro Berlusconi, a meno che le critiche non siano saldamente fondate sul merito delle politiche anziché sull'immagine del premier.

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