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Friday, July 10, 2009

Passeggiare di notte? Chiedere al prefetto

Con qualche giorno di ritardo riprendiamo da Lakeside Capital:
Un cittadino che assista a reati perseguibili d'ufficio è autorizzato dalla legge (art. 383 c.p.p.) a procedere all'arresto del colpevole, con l'obbligo di consegnarlo senza ritardo alle autorità di giustizia.

I cittadini sono liberi di riunirsi pacificamente e senza armi, e per le riunioni, anche in luogo pubblico, non è richiesto preavviso (è scritto nell'art. 17 della Costituzione).
(...)
Quindi sostanzialmente il governo ha varato una norma che consente ai cittadini di fare ciò che potevano già fare, solo che impone loro di strutturarsi in maniera ben definita, ricevere una autorizzazione e registrare la propria attività. Praticamente il governo ha regolamentato un'attività che già si poteva svolgere, ponendo dei paletti e dei controlli per fenomeni che, in alcune città, esistono già da anni.

Saranno anche liberticide queste ronde, ma perché limitano la libertà dei cittadini nello svolgere attività che, fino a prima della nuova norma, potevano tranquillamente già fare senza dover rendere conto a nessuno. Non certo perché creano gruppi paramilitari che minacciano la democrazia nel Belpaese.
Il risultato è che paradossalmente per passeggiare di notte in più di due persone potrebbe essere necessaria un'autorizzazione del prefetto. Ecco quanto scrivevo in un post del febbraio scorso:
Il dibattito di questi giorni sulle ronde spontanee mi sembra davvero surreale. Se un gruppo di cittadini vuol farsi una passeggiata notturna portando con sé i cellulari, non ci vedo niente di male. Non violano alcuna legge, ma proprio per questo fa ridere anche che si vogliano prevedere queste "ronde" per decreto. Qual è in questo caso la necessità e l'urgenza di prevedere per decreto qualcosa che già si può fare, se non quella di un'assurda burocratizzazione delle passeggiate notturne?

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