Come previsto, è passato il week end e non sappiamo molto di più di quanto sapessimo venerdì scorso, grazie al Fatto Quotidiano, dell'inchiesta in corso a Trani che coinvolgerebbe il presidente del Consiglio Berlusconi, il commissario dell'Agcom Innocenzi e il direttore del Tg1 Minzolini. Neanche gli interessati ne sanno di più. Sarebbero indagati, ma non hanno ancora ricevuto avvisi di garanzia e mentre, secondo non meglio precisate «fonti giudiziarie tranesi», Minzolini non sarebbe in realtà tra gli indagati, oggi il premier Berlusconi, attraverso un'istanza depositata dai suoi avvocati, ha chiesto ufficialmente di sapere se risulta o no iscritto nel registro degli indagati. Un suo diritto, a questo punto, visto che il caso è di dominio pubblico, e mi pare grave il silenzio della Procura.
Un silenzio ufficiale, perché a quanto pare con i giornalisti continua a parlare. Allegate agli atti, secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera, «ci sarebbero tredici conversazioni di Innocenzi con il presidente del Consiglio, e cinque dello stesso premier con il direttore del Tg1 Augusto Minzolini». Il procuratore capo di Trani Carlo Maria Capristo chiarisce però che si tratta di documentazione che gli ispettori ministeriali non potranno esaminare («è la legge a impedire che possano visionare atti coperti dal segreto, dunque noi non daremo alcun documento. Faccio il magistrato da trent'anni, sono sempre stato in prima linea e questa è la prima ispezione che subisco, ma conosco le regole»).
Una presa per il cu... coperti dal segreto una minchia! Gli ispettori ministeriali dunque non possono visionare le intercettazioni. Le quali però, evidentemente, sono potute già finire, dalla scorsa settimana, sotto gli occhi dei giornalisti del Fatto Quotidiano. Come sia potuto accadere, Capristo dice di non saperlo: «Siamo noi le prime vittime di quanto èaccaduto e io posso assicurare che da questo ufficio nulla è trapelato».
Di fronte a tutto questo marasma politico e a questo uso ancora una volta criminale, da stato di polizia, delle intercettazioni, «non serve evocare un'età dell'oro che non è mai esistita», osserva lucidamente Angelo Panebianco, sul Corriere.
2 comments:
"Una presa per il cu... coperti dal segreto una minchia!"
Jimmo', una curiosità: perché censuri il culo e non la minchia?
:-)) che te devo di', trai tu le conclusioni... forse perché scrivendo "una presa per il cu..." l'ho aggiunto alla fine. Boh.
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