Quante volte nelle nostre città capita di imbattersi in manifesti palesemente ingannevoli o deliranti, di ogni parte politica? Soprattutto in campagna elettorale, dove la bieca propaganda prevale su tutto, è fisiologico. Eppure, a tutto c'è un limite. La Polverini e il Pdl romano sembrano averlo superato. «Non vogliono farti votare», recitano i manifesti con cui hanno tappezzato la città per protestare contro l'esclusione della lista del Pdl nella provincia di Roma. Puro terrorismo ingannevole. Di tutta evidenza infatti il problema non è che qualcuno il 28 e 29 marzo non potrà votare, ma che qualcuno - guarda caso gli autori dei manifesti - non potrà candidarsi. Pensano davvero che i cittadini romani siano così stupidi e non abbiano capito come stanno le cose?
Il danno d'immagine provocato "dar pasticciaccio" al partito, anche a livello nazionale, non è trascurabile: in tutta Italia la mancata presentazione della lista romana trasmette l'idea di un partito di «polli», come li ha chiamati oggi Belpietro su Libero, e di incompetenti. E' ragionevole pensare che gli elettori meno schierati, più incerti, a questo punto ci pensino almeno due volte prima di affidare il governo delle loro regioni a un partito che ha dato prova di tale imperizia e disorganizzazione. La campagna in corso, come se fosse stato conculcato chissà quale diritto e ci fosse chissà quale complotto dietro, rischia di coprire il tutto e tutti ancora di più di ridicolo. Purtroppo la reazione scomposta della Polverini in primis all'intera vicenda è una conferma della sua mediocrità, della sua indole da sindacalista evidentemente abituata a considerare una inutile formalità dichiarare il numero reale degli iscritti al proprio sindacato.
La devono smettere. Qualcuno dall'alto dovrebbe farglielo capire, perché ormai la gente ha capito che la mancata presentazione della lista del Pdl è dovuta principalmente a un loro banalissimo errore (non c'erano alla scadenza dei termini, e questo conta, come sanno tutti i cittadini che lo provano sulla loro pelle, sia che abbiano a che fare con la pubblica amministrazione, o con banche, assicurazioni, eccetera, sia che debbano pagare bollette), e così facendo rischiano soltanto di provocare ancora più danni. Facciano i loro ricorsi, se credono, ma con la coda tra le gambe, quasi nascondendosi almeno per un minimo senso del pudore. E, semmai, valutino sin d'ora la possibilità di recuperare il simbolo del Pdl sulla scheda sostituendolo a quello del listino Polverini, come suggerivo ieri.
4 comments:
Solo che pare che non ci sia neanche il "listino" Polverini. Pare.
Quello mi sembra davvero un dettaglio tecnico. Pare...
Considerazioni di buon senso.
Flash
poveracci...
io ero tzunami
Post a Comment