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Tuesday, March 23, 2010

Il male oscuro del Ventesimo secolo

Dice Antonio Di Pietro: «Chi non ha nulla da nascondere non deve temere le intercettazioni». Un'affermazione che dovrebbe far rabbrividire ogni sincero liberale e democratico e che sicuramente ha fatto rabbrividire Piero Ostellino: «Non è sorprendente che lo pensi un ex poliziotto; è anomalo che ci creda un ex magistrato; è inquietante che lo dica un parlamentare della Repubblica nata dalla Resistenza antifascista». Sul Corriere di oggi avverte che il «male oscuro di cui soffre la nostra democrazia è una "malattia dell'anima" degli italiani» ed è «la stessa sindrome della quale sono morte le democrazie, in Italia, in Spagna, in Germania, nel Ventesimo secolo».
«Si violano le libertà individuali, per il Bene comune; e si finisce con uccidere la democrazia. I cittadini della Germania comunista - come ha raccontato il film Le vite degli altri - erano preoccupati, e indignati, dell'intrusione delle intercettazioni telefoniche nella loro vita privata da parte della polizia politica (la Stasi). In Italia, gran parte degli intellettuali, dei media, della classe politica, dei cittadini comuni è entusiasta dell'idea di sapere che cosa pensano, e dicono al telefono, "gli altri". Ma la divulgazione delle intercettazioni, anche in presenza di fumus criminis, è persino una violazione della sfera privata, nonché dei suoi diritti, anche dell'inquisito, per non parlare di chi ne è esente. Da noi, si ritengono "utili" le intercettazioni e "giusta" la loro divulgazione in nome di una non meglio precisata Etica pubblica. I tedeschi orientali sognavano l'eliminazione delle intercettazioni, e l'hanno salutata come una liberazione alla caduta del Muro che aveva separato il mondo dell'oppressione da quello della libertà. Molti italiani ne auspicano l'aumento e plaudono alla loro divulgazione come una garanzia democratica. Nella loro testa non è ancora caduto il Muro che dovrebbe separare l'idea di libertà, e di moralità, individuali da quella di "Stato-papà-padrone" che veglia sui propri figli, ne punisce, e ne corregge, i difetti con le intercettazioni e la loro divulgazione».

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