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Friday, March 12, 2010

Dal caso Italia al caso mezza Italia

Liste forse escluse, l'immagine del Pdl ai minimi, candidati deboli, Berlusconi non può che personalizzare su di sé la campagna elettorale per provare a vincere (o a questo punto a non pedere) le regionali, aiutato dallo schieramento avversario che, persa un'occasione buona per dimostrare fair play e sensibilità democratica, sembra non riuscire ad esprimere altro che dipietrismo contro Berlusconi. La manifestazione di domani rischia di dare una mano al premier, ancor di più dopo il nuovo caso intercettazioni che coinvolge Berlusconi, il direttore del Tg1 Minzolini (che guarda caso si era schierato con decisione contro questo uso delle intercettazioni, tanto che è stato subito punito), e il commissario dell'Agcom Innocenzi, reo evidentemente di essersi permesso di sollevare dubbi sulla correttezza di Annozero.

Il "caso" è tutto qui, ma scoppia al momento giusto, per Travaglio e Di Pietro, finendo per estremizzare ancora di più la manifestazione di domani a Piazza del Popolo, complicando così la posizione del Pd.

Se a Bersani è bastato solleticare l'ego di Pannella («ah, se avessi saputo venti o trent'anni fa che avrei avuto una mezz'ora di Pannella tutta per me...») per tenere buoni i radicali con la loro proposta di sanatoria e rinvio del voto (non sostenuta dall'unica "radicale" in questo momento in grado di esercitare un minimo di influenza sul centrosinistra, essendo candidata alla presidenza del Lazio, e cioè Emma Bonino), Di Pietro è irrefrenabile e a prescindere da attacchi o no al presidente Napolitano domani in piazza, è intenzionato ad approfittare delle circostanze per rastrellare consensi tra gli elettori più arrabbiati e frustrati della sinistra. E pazienza se ciò produca un vantaggio per Berlusconi...

Bersani si è presentato all'assemblea dei radicali riducendo a 180 gradi la loro battaglia a 360 gradi per la legalità. Se per i radicali l'illegalità è sistematica, riguarda tutte le liste e tutte le regioni, per il segretario del Pd il «pasticcio» liste è «tutto loro», del centrodestra, «la palla della confusione e del pasticcio è tutta di là, lasciamogliela di là. Non indeboliamoci da soli». In una parola: approfittiamone - e di corsa! Non per ristabilire la legalità, ma per vincere, una volta tanto: «Andiamo davanti agli elettori, andiamoci tranquilli e, soprattutto, andiamoci per vincere. Abbiamo mobilitato il nostro popolo, lasciamo perdere i cavilli e i ricorsi».

Due posizioni apparentemente inconciliabili, si dirà, ma c'è un però. Emma Bonino con il loro appoggio rischia di farcela ad essere eletta governatrice del Lazio. Quindi, evitare rotture. Bersani si permette addirittura di liquidare come «cavilli» la battaglia di legalità dei radicali, un azzardo che una volta avrebbe suscitato le ire di Pannella, mentre l'altro giorno solo sorrisi e abbracci per il segretario del Pd che candida Emma e ha la pazienza di ascoltare un'ora di discorso dell'anziano leader radicale.

Ufficialmente i radicali restano sulla linea del rinvio delle elezioni in tutte le regioni e con uno scatto d'orgoglio si sono rifiutati di esserci sabato, ad una manifestazione che ha tutt'altro obiettivo che la legalità, ma se un piede è fuori, allo stesso tempo cercano di tenerne uno dentro Piazza del Popolo. Ci sarà la Bonino, infatti (la cui presenza è «doverosa per serietà», essendo sostenuta da tutta la coalizione di centrosinistra presente sabato). Pannella fa bene a sottolineare «Emma una di noi», perché altrimenti non ci si crederebbe. Quella che interessa ai loro alleati, e che purtroppo hanno servito con le loro ultime denunce e i loro ricorsi, è una legalità a metà, per escludere solo le liste del centrodestra. Così il "caso Italia" diventa il "caso mezza Italia".

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