Distratti dal chiacchiericcio del nostro backyard, già ci sono passati di mente i monaci buddisti birmani, che l'altro ieri sono tornati a manifestare, per la liberazione della leader democratica Aung San Suu Kyi, e neanche ci siamo accorti delle decine di migliaia di venezuelani scesi in piazza a Caracas per protestare contro la nuova costituzione voluta da Chavez, che prevede, tra le altre cose, la possibilità di rielezione indefinita del presidente.
Ecco come nasce una dittatura, nell'indifferenza generale. Ricordatevene, quando tra qualche anno sentirete parlare del Venezuela come se fosse da sempre una dittatura. Oggi c'è qualcuno che sta rischiando la vita per impedirla e che, prima o poi, un domani, dovremo sostenere. Non sarebbe stato meglio farlo prima?
4 comments:
Ottima osservazione e ottimo post.
anche io ho mancato.
Ma in questi giorni sono preso dalle notizie sull'immigrazione.
E poi sto preparando l'ambiente per "festeggiare" a mio modo la rivoluzione d'ottobre.
Passa a trovarmi.
Io ti ho linkato
A questo proposito vi segnalo un incontro organizzato da Decidere, Riformatori Liberali, PRI, PLI, Fondazione Ugo La Malfa: per maggiori informazioni: www.neolib.eu
Gionata Pacor
Il silenzio dei pacifinti.
Per la stragrandissima maggioranza dei pacifinti in Venezuela non c'è dittatura, ma la realizzazione del loro sogno cubano.
E della Birmania se ne sbattono perchè non ci sono interessi ameriKani da contrastare.
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