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Sunday, October 10, 2004

La storia a Kabul. In 10 milioni votano

State-building ben avviato, i progressi anno dopo anno sono significativi. Sebbene mille sfide devono essere ancora superate, il momento è di quelli storici. La ricostruzione procede, le elezioni di sabato sono valide (nessuno si illude che abbiano standard occidentali di regolarità). Il segnale positivo del rientro in massa dei rifugiati. «La prima volta in 5 mila anni di storia», sono le parole scritte per il Wall Street Journal da uno degli artefici di questo autentico cammino di resurrezione, Zalmay Khalilzad, ambasciatore Usa ed inviato speciale del presidente Bush:
«In speaking with Afghans, they say that life is immeasurably better than under the Taliban, and that they are profoundly grateful for the help received from the United States and the rest of the world. However, we all know that, to succeed fully in Afghanistan, we must sustain the positive momentum developed to date for at least five years.
If we do so, Afghanistan will realize its enormous upside potential, both by improving the lives of a people who have suffered immense tragedy for a quarter-century, and by consolidating a landmark victory in the war against extremists and terrorists. This will be a major step toward the necessary political transformation of the wider region».
Il Foglio traccia un ritratto di Khalilzad, di questo afghano-americano un po' neocons, e si affida alle sue parole per raccontare il nuovo Afghanistan. Un reportage anche sul Washington Post di oggi.

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