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Wednesday, October 13, 2004

E' la democrazia, cattivo chi non ci sta

Cognomi illustri della politica e del giornalismo italiano sottoscrivono oggi sul Foglio un appello a sostegno del feto-martire Buttiglione. Io dico che Buttiglione deve incartare e portare a casa quella bocciatura, perché è così che la democrazia funziona. Non importa quanto Buttiglione sia pronto a mettere o no in pratica le sue convinzioni morali e religiose nell'adempimento del suo incarico europeo. Tralasciando le sue iniziative politiche concrete in Italia (e ce ne sono state) è legittimo - e ragionevole attendersi - che egli si comporti coerentemente alle sue idee anche nella sua attività politica. Dovranno riconoscere però, Buttiglione e i suoi confratelli, che chiunque sia chiamato ad esprimere un voto "consultivo" riguardo a se e quale carica affidargli, abbia tutto il diritto di non essere persuaso e votare "No". Anzi, il diritto/dovere a comportarsi da "cattolico" nei suoi uffici, italiani o europei, gli deriva proprio dal diritto riconosciuto, a chi non condivide la sua visione, sia esso cittadino o parlamentare, a votargli contro. A dire il vero, l'arrabbiatura è piuttosto comprensibile da un altro punto di vista: è palese infatti che i pareri delle commissioni sui futuri commissari sono un pro-forma, perché di solito si ratificano le indicazioni su cui c'è l'accordo preventivo dei governi. Ecco perché il voto contario a Buttiglione ha suscitato questo vespaio che - credo - entrambi le parti facciano bene a far scemare per non rendersi doppiamente ridicole: la persecuzione del povero Frà Rocco da una parte, gli appelli degli amici di quartiere dall'altra.

Anche Pannella però, deve concedere che gli sia rinfacciato il suo scivolone giustizialista. Non c'è nulla di male, non credo che Pannella si sia davvero dipietrizzato, ma a volte in politica la tentazione di usare armi improprie e contundenti è davvero forte e poi non bastano giri di parole anche ragionevoli a mettere una toppa. E' vero infatti, come scrive Capezzone, che «un candidato a qualunque carica pubblica dovrebbe dare conto di veri o presunti scandali o processi in corso, e che dovrebbe essere premiato o punito dalla pubblica opinione a seconda della sua capacità e volontà di rispondere o no, e di farlo in modo convincente», ma è anche vero che la voracità demagogica e la gogna mediatica americane a volte passano il segno, come con Clinton e come (mi spingo oltre!) con Nixon. L'attacco di Pannella al sig. Catone inoltre, non risponde comunque a quei casi american way, come si evince andando a rileggersi la pretestuosa lettera a Barroso e il livoroso (a 360°) comunicato di oggi. A volte l'utilizzo di questi dossier che ti arrivano in mano all'ultimo momento è bene ponderarlo per benino e senza fretta. Tra l'altro, qualcuno potrebbe ironizzare sul tempismo di questa ansia per le vicende giudiziarie del sig. Catone, dopo 3 anni di Buttiglione ministro e parlamentare, o sulle numerose vicende giudiziarie personali sulle quali - giustamente - ai radicali non è mai interessato costruire una campagna.
Sia detto senza nulla togliere alla vigorosa, preziosa e condivisibile campagna anticlericale radicale.
«La bocciatura di Buttiglione è illiberale. Ma se i valori sono pluralistici e fra loro incommensurabili, come conciliare l'autonomia individuale del cattolico Buttiglione con quella di chi cattolico non è? Buttiglione è disposto a riconoscere una distinzione più forte di quella che ha operato fra etica e diritto? Cioè che fra la propria autonomia e quella del destinatario del suo agire politico è sempre più importante quest'ultima».
Piero Ostellino, giornalista

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