I poteri del "presidente" palestinese Yasser Arafat, da oggi ricoverato a Parigi, passeranno all'attuale primo ministro Abu Ala e al suo predecessore Abu Mazen. Il primo gestirà gli affari correnti dell'Autorità palestinese, mentre il secondo guiderà l'Olp, responsabile dei negoziati con Israele.
Sulle reali condizioni di salute dell'anziano leader è stata però sollevata una "palpabile" cortina fumogena. Non stupisce la mancanza di trasparenza praticata da una statualità autoritaria, corrotta e terrorista come quella targata Anp/Olp.
Non è così chiaro neanche se Israele (Arafat sarebbe un malato «terminale»), o gli Stati Uniti, siano in possesso di informazioni più precise. C'è da ritenere di sì. Insomma, per quanto ne so, mi chiedo: e se fosse tutta una messa-in-scena palestinese per far "evadere" il vecchio leader dalla morsa israeliana e dall'isolamento diplomatico? E se Arafat, dopo qualche analisi, tornasse presto a sgambettare per le capitali europee e a riallacciare e rinvigorire le politiche filopalestinesi che per vent'anni le cancellerie della Old Europe hanno praticato? Se è uno scenario verosimile lo vedremo presto. Intanto, Arafat si è avvicinato al miliardo di dollari che tiene al sicuro tra Francia e Svizzera.
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